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Lo ius soli «non è nel contratto di governo, ma io auspico che si avvii in sede parlamentare una riflessione serena». A lanciare la “bomba” che potrebbe far deflagrare gli equilibri tra alleati questa volta ci pensa il presidendente del Consiglio, Giuseppe Conte. Intervenendo ad Assisi a un incontro con i giovani e la comunità dei Francescani, il premier dice di confidare nella possibilità di «valutare anche una prospettiva di nascita sul territorio italiano, ma che deve essere collegata a un percorso di integrazione serio», che preveda la conoscenza e la condivisione dei «nostri valori comuni», dice. Poi Conte argomenta meglio il suo ragionamento: «È ovvio che e nascere sul territorio può essere anche una mera occasione geografica.Occorre qualcosa di più, occorre quello che è mancato in Italia, perché quella politica degli anni scorsi dove abbiamo avuto degli sbarchi incontrollati ci ha impedito di elaborare una politica di integrazione», spiega il presidente del Consiglio. «Voglio e auspico che si possa avviare un dialogo nelle sedi opportune, inquesto caso parlamentare», aggiunge, contraddicendo però la posizione di Matteo Salvini, da sempre contrario a un intervento di qualsiasi tipo in materia di riforma della legge sulla cittadinanza. Eppure, il primo a commentare con sdegno le parole del premier non è il ministro dell’Interno ma il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Francesco Lollobrigida. Per l’esponente della destra, è «molto grave che il presidente Conte apra allo ius soli augurandosi che il tema arrivi in Parlamento», dice. «È evidente che se lo ius soli dovesse arrivare in Aula si aprirebbe uno scontro parlamentare, dagli esiti incerti, che non farebbe altro che alimenterebbe un clima già esacerbato dentro e fuori dal Palazzo», è convinto Lollobrigida, paragonando il Parlamento a un’arena.«Invece di occuparsi degli immigrati Conte farebbe meglio, contratto o non contratto, a pensare ai diritti e ai problemi degli italiani. Quegli stessi italiani che il 4 marzo 2018 hanno chiaramente detto no anche allo ius soli»