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Il deputato di Azione Enrico Costa
L’aria che tira non è delle migliori. Si ha la netta sensazione che stia riprendendo a soffiare forte un vento populista a caccia di nemici da mettere in piazza e alla gogna. Dopo il caso dei video del sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, di quello della giudice di Catania, Iolanda Apostolico, ora tocca a un esponente della Lega. “Festini vip con escort e cocaina, spunta il nome del leghista Alessandro Piana vicepresidente della Regione Liguria”, molti giornali ieri hanno pubblicato articoli con titoli di questo tenore. Precisando che Piana, nell’inchiesta che ha portato agli arresti di un imprenditore e di un architetto, “non è indagato, ma secondo l’accusa sarebbe uno dei due beneficiari della serata a luci rosse organizzata il primo marzo 2022.
Enrico Costa, deputato di Azione, ha evidenziato la cosa con un post sul social X: «I giornali parlano di un esponente politico ligure ( ne fanno nome e carica) NON INDAGATO coinvolto in festini con droga ed escort. Lui dice che è tutto falso, ma la sentenza è scritta buttando il nome in un’ordinanza cautelare, pubblicabile alla lettera. A indagini aperte».
Lo stesso Alessandro Piana ieri in un punto stampa a Genova, affiancato dal proprio avvocato, ha smentito di conoscere i due arrestati e ricostruito la giornata in oggetto aggiungendo: «Il primo marzo 2022 ho svolto una giornata di lavoro tornando a casa alle 21 dove ho fatto anche una call per Vinitaly». Ha detto chiaramente: «Non li conosco minimamente, il primo pensiero che ho avuto è stato di assoluta serenità quando sono stato chiamato dai miei uffici, perché non avendo mai in 51 anni partecipato a festini a base di coca e con escort l’ho considerato uno scherzo di cattivo gusto. Poi con tutti gli articoli che sono usciti e hanno coinvolto in maniera diretta la mia persona e la mia famiglia ho iniziato a preoccuparmi e anche ad avere una leggera paura».
Il vicepresidente della Regione Liguria ha sottolineato: «Se chiunque a questo mondo fa il nome di una persona e questo pur non essendo indagato viene a finire in un’ordinanza e ha un ruolo pubblico come il sottoscritto siccome è una ruota che gira allora non sentiamoci nessuno al sicuro».
Piana si è detto disposto «a fare analisi del sangue e anche prova del capello. Questi pochi capelli che mi sono rimasti dopo la giornata odierna sono disposto a darne due, tre, quattro, cinque, quelli che servono per poter comprovare il tutto. Sono anche donatore di sangue. Io mi auguro, e ho molta fiducia negli inquirenti al di là della situazione tragicomica, che il prima possibile per rispetto per la mia famiglia e della mia persona e del partito che rappresento si faccia al più presto chiarezza ed emergano i veri nomi dei partecipanti, in un posto che ripeto non so neanche indicare». Secondo il vicepresidente della Liguria si tratta di «una vicenda che ha del grottesco e mai mi sarei immaginato di essere tirato in ballo. Non sono mai stato nel posto in cui mi identificano».
Per il presidente della Liguria Giovanni Toti Piana «è una persona seria, non ho alcun motivo per dubitare delle sue parole. Va comunque sottolineato che l’indagine non riguarda in alcun modo né l’Ente Regione Liguria né alcuna attività istituzionale. Attendiamo di conoscere gli sviluppi della vicenda, rinnovando la piena fiducia nella magistratura, certi che Piana chiarirà quanto prima la propria posizione».
A Piana arriva la solidarietà della segreteria provinciale della Lega Imperia che «si schiera compatta dalla parte del vice presidente della Regione Alessandro Piana, diffamato e calunniato col solo scopo di screditarne la persona e l’amministratore». «È bastato un controllo sui documenti di Regione Liguria - proseguono dal partito di Imperia - per capire che la sera dell’ 1 marzo 2022 il vice presidente non poteva trovarsi a Genova presso la villa oggetto di indagini. È stato accompagnato dall’autista della Regione a casa sua in provincia di Imperia e alle 21 ha partecipato a una riunione di lavoro in videocollegamento per preparare la presenza delle aziende liguri a Vinitaly». «Documenti e testimoni diretti lo confermano - sottolineano ancora - Tutto il resto è solo calunnia che, nella migliore delle ipotesi, è frutto di omonimia o scambio di persona. Alessandro Piana e la sua famiglia possono contare sul nostro sostegno, convinti che la verità trionferà sempre».