PHOTO
Carlo Nordio, ministro della Giustizia
Domani alle 17:30 il Consiglio dei Ministri approverà, tra gli altri, gli schemi di decreto attuativo sull’ordinamento giudiziario e sui magistrati fuori ruolo, ultimo step prima che la norma diventi legge, dopo un parto durato molto mesi e che ha sforato anche i tempi previsti inizialmente dalla Cartabia. E già sono iniziate le polemiche da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati su un punto specifico, ossia quello dei test psicoattitudinali. Come leggiamo nella relazione introduttiva al provvedimento, aggiornata al week end, l’articolo 5 inserisce i test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati. Si tratta del nuovo comma 6-bis dell’articolo 1 del decreto legislativo n. 160 del 2006, che prevede «che terminate le prove orali debbano essere designati degli esperti qualificati per la verifica della idoneità psico-attitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie. Si prevede, poi, che tanto le linee di indirizzo, quanto le procedure per lo svolgimento dei relativi accertamenti siano determinati dal Csm d’intesa con il Ministro della giustizia, in considerazione delle garanzie costituzionali di autonomia e indipendenza della magistratura e delle prerogative che la Carta riconosce al Consiglio e al Ministro della giustizia stesso». In una nota di due giorni fa l’Anm ha già espresso «sconcerto» per questa previsione del Guardasigilli, stigmatizzandone la «superficialità», l’eccesso di delega di materia, l’aver «frustrato ogni aspettativa di rispetto della cornice costituzionale» e la vaghezza: non sappiamo «quali le conseguenze di un eventuale risultato negativo, quali le figure professionali che li effettueranno e li valuteranno». Sulla questione è tornato il vertice del “sindacato” delle toghe, Giuseppe Santalucia, intervenendo a margine di un evento dell'Anm a Messina: «Il governo sta introducendo i test eludendo la volontà parlamentare e lo fa con una norma talmente generica che elude un altro principio che governa la giurisdizione, la riserva di legge. Cosa sono questi test, a cosa servano, non ce lo ha spiegato nessuno: così diventa un proclama contro i magistrati, per far pensare che hanno bisogno di essere controllati dal punto di vista psichico o psichiatrico». Alcuni magistrati poi temono che in modo subdolo si possano anche selezionare i futuri colleghi in base al loro orientamento religioso, politico, culturale. E questo aprirebbe ad una strada di incostituzionalità della norma. Intanto oggi il consigliere laico del Csm Ernesto Carbone (Iv), sostenuto da tutti i consiglieri togati e dai laici Romboli e Papa, ha chiesto una «apertura urgente di una pratica in Sesta Commissione avente ad oggetto «la verifica dell'idoneità psicoattitudinale», verifica non contemplata nello schema di dl e sulla quale, quindi, il Csm non ha avuto modo di esprimersi». Critiche sono arrivate anche da una nota di Magistratura Indipendente, che sembra voler, paradossalmente, segnare una distanza dal Governo, proprio come per il concorso straordinario. Ma lo schema scontenta anche chi fino ad ora ha fatto dall’opposizione stampella al Governo, ossia Azione, in particolare con il responsabile giustizia Enrico Costa che dice: «Nordio demolisce il fascicolo per la valutazione del magistrato contro la cui istituzione Anm scioperò. Non conterrà l’esito di tutti gli atti del magistrato, ma solo una selezione “a campione”. Esattamente come prima. Voglio proprio vedere come voterà Salvini in Cdm, lui che ripete come un mantra che i magistrati che sbagliano devono pagare per i loro errori. Questo passaggio ci porta anche a trarre delle conclusioni definitive nei confronti del ministro Nordio, verso le cui dichiarazioni programmatiche avevamo mostrato grande fiducia. Ci sta deludendo molto, perché ha sacrificato l'identità garantista». Su questo punto si legge nella relazione: «Al riguardo le Commissioni Giustizia della Camera e del Senato nei rispettivi pareri hanno evidenziato l’opportunità che siano inseriti nel fascicolo personale tutti gli atti e i provvedimenti redatti da ciascun magistrato e non soltanto quelli scelti a campione. L’accoglimento integrale di questa osservazione è stato ritenuto impraticabile, perché non sarebbe gestibile il travaso nel fascicolo di tutti i numerosissimi provvedimenti che un magistrato adotta nel corso del quadriennio». Si tratta, infatti, di centinaia e centinaia di fascicoli all’anno per toga. Anche la «grave anomalia» concernente l’esito degli affari nelle successive fasi e gradi del procedimento e del giudizio dovrebbe essere valutata su un campione. Ma su questo l’Anm espresse in audizione serie perplessità: «le gravi anomalie possono essere date da una valutazione complessiva dell’esito degli affari. Se io su un numero ampio di esito nei gradi successivi ho un dato numerico particolarmente importante allora la grave anomalia c’è. Ma non posso valutare la grave anomalia su una singola campionatura. Nella definizione di grave anomalia devi comunque tener conto dell’andamento statistico. È l’andamento statistico anomalo che può significare la spia per cui il Consiglio giudiziario e il Csm devono attivarsi a verificare cosa c’è dietro». Altrimenti il rischio è di continui ricorsi al Tar da parte dei magistrati che riterranno quella presunta anomalia un incidente di percorso rispetto ad una carriera senza macchia. Tra le toghe alberga ancora la speranza che sino ad oggi pomeriggio questa previsione salti, come saltò qualche settimana fa quella sul concorso straordinario per entrare in magistratura destinato agli avvocati e come saltarono a novembre sempre i test perché il capo del legislativo Mura si oppose al Sottosegretario Mantovano. Ma questa volta sembra che il Governo faccia sul serio e questo non rasserena gli animi con la magistratura associata, considerando anche che dopo Pasqua dovrebbe arrivare una proposta dell’Esecutivo sulla separazione delle carriere. Sta di fatto che l’Anm non vuole una guerra con la politica: rispetto alle ricostruzioni giornalistiche, ha concluso Santalucia, «non c’è nessuna guerra e nessun contrasto», con la politica «solo ragioni tecniche assolutamente fruibili da parte di tutti».