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Il “teorema Seregno” che un mese fa, con un’azione congiunta dei magistrati monzesi e della Pm milanese Ilda Boccassini aveva portato all’arresto di 24 persone e azzerato la giunta della città brianzola di Seregno, è già a pezzi. Il tribunale del riesame non solo ha scarcerato per grave mancanza di indizi l’imprenditore Antonino Lugarà, considerato punto centrale dell’inchiesta, ma ha demolito il pilastro dell’accusa che tanto aveva ingolosito i giornalisti- trombettieri delle procure, e cioè l’infiltrazione della ‘ ndrangheta nel Comune di Seregno, con la benedizione del senatore Mario Mantovani.
Intanto va chiarita una cosa, che evidentemente ai nostri colleghi di troppi quotidiani è sfuggita ( si fa per dire), mentre titolavano “’ ndrangheta in Comune”. Né il sindaco di Seregno Edoardo Mazza e il consigliere comunale Stefano Gatti ( ambedue ai domiciliari), né il senatore Mario Mantovani ( indagato) né men che meno l’imprenditore Lugarà ( arrestato) sono mai stati inquisiti per reati di mafia. Si dice solo che l’imprenditore, che è calabrese, è “sospettato”. Ma sospettato da chi? In genere i magistrati sanno bene come tradurre in provvedimenti giudiziari i propri sospetti. E sospettato di che cosa? Di aver intrattenuto rapporti. Ma non si sa bene con chi.
Resta il fatto che il reato contestato a tutti è quello di corruzione, per la presunta accelerazione di una pratica di concessione edilizia di un supermercato. Proprio il fatto che oggi, con la scarcerazione di Lugarà per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, il tribunale del riesame ha distrutto. A quanto pare c’è una perizia d’ufficio sbagliata, inoltre i voti raccolti come corrispettivo per la corruzione sono forse qualche decina e i famosi “eventi conviviali” cui avrebbe partecipato Mario Mantovani si riducono a un aperitivo in un bar. Così come semplici vanterie sono considerate le spacconate del figlio di Lugarà sui suoi rapporti con l’esponente di Forza Italia.
Tutto normale? Normale dialettica processuale? Eh no, perché i risultati sono politici, e nel frattempo la Giunta Comunale si è sciolta e a Seregno è arrivato il commissario. Una volta di più l’improvvido Circo mediatico- giudiziario ha vanificato un risultato elettorale. Ha rilevanza il fatto che nel maggio- giugno 2015 gli elettori abbiano premiato a Seregno i candidati del centro- destra? Speriamo non sia così, ma che siamo di fronte soltanto all’ennesima ( grave) superficialità e sciatteria di qualche magistrato.
Ma nel caso di Seregno c’è qualcosa di più e qualcosa di molto più inquietante della disattenzione. Usiamo come traccia un qualunque articolo del 26 settembre di un non- qualunque grande quotidiano nazionale. La cronaca è molto ampia e molto ben costruita. Si riferisce di una conferenza stampa congiunta tra alcuni magistrati di Monza e quelli della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, con la presenza della dirigente Ilda Boccassini, che spiega quale è il succo del blitz che, dopo indagini durate 7 anni, ha portato all’arresto di 24 persone.
Sintetizza bene il cronista del grande quotidiano: «“Dal traffico internazionale di droga alla corruzione, dalla Calabria alla Lombardia, fino a una cittadina della Brianza, quella di Seregno, dove nell’ultimo blitz contro le infiltrazioni della ‘ ndrangheta al nord, finisce ai domiciliari anche il sindaco di Forza It-lia…». Che cosa siamo dunque indotti a pensare? Che il Comune di Seregno sia stato sciolto per mafia, che tutte le persone coinvolte appartengano alla ’ ndrangheta. E il traffico di droga con tutti gli altri reati che caratterizzano l’appartenenza alle cosche? Zero assoluto, non ci soni i reati e neanche i nomi delle persone arrestate, tranne quelli del sindaco, di un consigliere, dell’imprenditore e del senatore Mantovani. All’ex coordinatore lombardo di Forza Italia viene dedicato un bel capitolo. Viene descritto come un politico molto potente, cui molti si rivolgevano per impetrare favori e carriere. Spesso si trattava di medici che si rivolgevano all’imprenditore Lugarà perché li raccomandasse all’assessore regionale alla sanità per questioni di trasferimenti o promozioni. Che regolarmente non erano andati a buon fine. In che cosa sarebbe dunque consistita la corruzione? Lo sapremo alla data della chiusura delle indagini. Ma intanto il circo mediatico ha già provveduto a fare il suo lavoro, rovinare reputazioni, contribuire ai ricambi di governo. Non dimentichiamo il caso di un’altra cittadina lombarda, Sedriano, assalita con lo stesso copione: inchiesta di ‘ ndrangheta e corruzione, arrestato il sindaco Celeste del centrodestra. L’inchiesta è finita nei mesi scorsi: il sindaco è stato assolto. Nel frattempo, dopo il commissariamento e le fiaccolate del Pd ( che si era molto adoperato per far cadere la giunta), oggi a Sedriano governa il Movimento 5 stelle.