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Nessuno tocchi Caino l’associazione del Partito Radicale ha presentato ieri alla Camera un rapporto dedicato ai minori sia giustiziati, che condannati alla pena di morte in Iran. Alla conferenza stampa sono intervenuti il sostituto Procuratore Generale presso la corte d'Appello di Roma Simonetta Matone, il rappresentate dell’associazione dei giovani iraniani in Italia Azar Karimi, l’avvocata Elisabetta Rampelli come presidente dell’Unione italiana forense e presidente vicaria Tribunale delle libertà Marco Pannella, la giornalista parlamentare di Radio Radicale Giovanna Reanda, la tesoriera di Nessuno tocchi Caino e già rappresentante italiano al Cpt del Consiglio d’Europa Elisabetta Zamparutti e il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, componente della Commissione Cultura.
I dati che emergono dal rapporto sono allarmanti. Nel mondo ci sono cinque Stati che non applicano agli adolescenti le attenuanti della “giovane età” e li giustiziano con regolarità. Tra questi Stati uno, l’Iran, da solo ha messo a morte più del doppio di tutti gli altri stati messi assieme. Andando nello specifico dal rapporto risulta che Cina, Repubblica Democratica del Congo, Iran, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Sud Sudan, Sudan, Stati Uniti e Yemen hanno nel frattempo modificato le loro leggi, e l’esecuzione di minori non è più consentita. Dal 2013 a oggi hanno continuato a giustiziare minorenni: Arabia Saudita, Iran, Pakistan, South Sudan e Yemen. L'Iran ha giustiziato più del doppio dei minori rispetto agli altri nove paesi messi insieme.
Secondo Nessuno Tocchi Caino l’Iran ha mandato sul patibolo almeno 103 “minorenni” dal 1990. I minori giustiziati dal 1990 nel mondo sono almeno 151. L’Iran risulta firmatario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, che vieta l'uso della pena di morte. Ma quest’anno hanno impiccato sei ragazzi e lo scorso anno altri sei, di cui due ragazze. Attualmente – sempre secondo il rapporto curato da Nessuno Tocchi Caino - nelle loro prigioni vi sono 90 minori in attesa di essere mandati sul patibolo. Inoltre, una recente modifica al codice penale iraniano prevede la “donazione” di organi da parte dei condannati a morte.
In Iran 2300 bambini sono detenuti in carcere con le loro madri, al compimento dei due anni, devono essere consegnati all'organizzazione di assistenza sociale. La presenza di così tanti bambini piccoli nelle carceri in Iran è tragica, nonostante le leggi internazionali chiedano a tutti i governi di ridurre solo a casi di estrema gravità l’uso di pene detentive per donne con bambini piccoli che devono essere sostituite da punizioni alternative tra cui la ' sospensione della detenzione”.
Per questo motivo Nessuno Tocchi Caino, Il Tribunale della Libertà Marco Pannella e l’Unione Italiana Forense chiedono al governo italiano nelle figure del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri di farsi portavoce delle istanze per il rispetto dei diritti umani e inalienabili nei confronti della popolazione iraniana, dei minori, delle donne, e di tutti coloro che manifestano in Iran per chiedere il rispetto della libertà di espressione e parola.