PHOTO
Il professore Oliviero Mazza, docente di diritto penale all'Università "Milano-Bicocca"
Il professore avvocato Oliviero Mazza, docente di diritto processuale penale all’Università “Milano-Bicocca”, esprime le sue perplessità sulla riforma Cartabia. E lo fa da Cosenza, in Calabria, partecipando a un nuovo seminario di studi della Camera Penale “Fausto Gullo”, sul tema del modello accusatorio. Dibattito, a cui hanno aderito anche altri avvocati e il presidente della Corte d’Assise di Cosenza, Paola Lucente, che ha fatto un intervento sulla presenza-assenza dell’imputato, sui “nuovi” doveri del pm e del giudice, e sul fatto che il decreto che dispone il giudizio dovrà essere formulato secondo una ragionevole previsione di condanna dell’imputato.
Il professore Mazza, tra i difensori del caso Bibbiano, il cosiddetto processo “Angeli e Demoni”, ha parlato del “meno 25 per cento”. «Non vorrei si trasformasse in un meno 25% di garanzie per gli imputati, che è sostanzialmente il taglio lineare della durata dei processi. Questo dato credo che non tenga conto della necessità di celebrare comunque un giusto processo di durata ragionevole, sarebbe stato meglio, o sarebbe meglio, ipotizzare interventi mirati e selettivi piuttosto che ipotizzare un risultato finale in termini puramente quantitativi. Quello che conta è la qualità secondo me dei processi e non la quantità o la durata in valore assoluto» ha dichiarato il professore avvocato Oliviero Mazza. «Chiaramente dovremmo far fronte anche al tema del sistema giudiziario, di questa macchina che purtroppo non riesce a girare a pieno regime ma io ipotizzo soprattutto per problemi di natura strutturale e organizzativa più che normativa» ha aggiunto Mazza.
Per il docente di diritto processuale penale comunque la riforma Cartabia andrebbe modificata. Un tema al centro dell’attività politica nazionale. «Questa è una riforma che andrebbe largamente corretta anche se poi l’impostazione purtroppo non può essere più rivista perché è una riforma che è appena entrata in vigore, quindi è difficile ipotizzare un’abrogazione tout court».
Mazza, però, si sente di dare un consiglio. «Delle correzioni credo che siano quanto mai opportune, abbiamo visto che ci sono delle criticità anche dal punto di vista operativo sulle impugnazioni, su alcuni passaggi della fase delle indagini preliminari. La riforma Cartabia credo che nasca con un vizio che va oltre il problema ideologico-politico, cioè di quali sono gli obiettivi che si vogliono aggiungere. Il vizio vero è che si tratta di una riforma che non semplifica, complica, formalizza e soprattutto crea non pochi problemi all’esercizio del diritto di difesa» conclude Mazza.
Tra i relatori del convegno anche l’avvocato penalista Enzo Belvedere del foro di Cosenza che, parlando delle intercettazioni, altro tema caldo e tanto caro al ministro Carlo Nordio, ha dichiarato che «oggi in Italia ci sono 70mila persone intercettate, un costo altissimo per il sistema giustizia. Giusto limitarne l’uso non solo per i reati di corruzione».