Il processo che vede coinvolta la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, con l'accusa di truffa aggravata ai danni dell'INPS, rimarrà a Milano. La decisione è stata presa nella serata di ieri dalla Corte di Cassazione. La richiesta della difesa di trasferire l'udienza preliminare a Roma è stata respinta, accogliendo invece l'istanza della Procura Generale.

La giudice Tiziana Gueli, il 23 ottobre scorso, aveva rimesso alla Suprema Corte la questione sulla competenza territoriale. Con la decisione della Cassazione, il procedimento proseguirà quindi a Milano, dove il 26 marzo si terrà la prossima udienza. Santanchè è imputata per aver percepito indebitamente 126.468 euro, corrispondenti a 20.117 ore di cassa integrazione Covid, destinate a 13 dipendenti delle sue aziende, Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, tra il 2020 e il 2022.

Indagine su Visibilia, i dettagli investigativi

L'indagine, condotta dai pubblici ministeri milanesi Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, vede il coinvolgimento di 13 dipendenti delle società sotto inchiesta, i quali sarebbero stati posti in cassa integrazione a zero ore senza esserne informati, continuando di fatto a lavorare. Ciò avrebbe generato un presunto danno di oltre 126 mila euro a carico dell'ente previdenziale.

L'inchiesta ha preso il via dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, che ha fornito registrazioni di conversazioni con il compagno della Santanchè e ha raccontato di aver lavorato regolarmente dal marzo 2020 al novembre 2021, nonostante risultasse formalmente in cassa integrazione a zero ore. Un sistema che, secondo le accuse, sarebbe stato applicato a sei ex dipendenti di Visibilia Editore e ad altri sei di Visibilia Concessionaria. La senatrice di Fratelli d'Italia, nei mesi scorsi, ha respinto le contestazioni difendendosi in Parlamento.