PHOTO
Giovedì 23 febbraio: il segretario di Area Eugenio Albamonte rilascia una intervista a La Stampa sull’affaire Donzelli/ Delmastro/ Cospito.
Contesta a Nordio la facoltà di definire i vari livelli di classificazione dei documenti del Ministero e del Dap. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri presenta una interrogazione per sapere se il ministro non ritenga che le parole del pm rappresentino un'interferenza rispetto alla sfera di competenze del governo e del suo dicastero in particolare.
Il guardasigilli ha replicato con una lunghissima risposta, “scagionando” il magistrato sotto vari profili. Non si rilevano infatti illeciti in base al dl 109/ 2006 (Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati). Inoltre «il magistrato, dopo avere precisato che “il ministro ha interpretato la legge in un certo modo. È una sua facoltà”, ha espresso poi una propria valutazione di carattere prudenziale e in termini di opportunità sui rapporti tra autorità politica e autorità giudiziaria, stante la contemporanea pendenza di indagini, sul medesimo oggetto, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma».
Si è trattato dunque, si legge nella risposta, «della manifestazione di un pensiero che non ha attentato alle prerogative politiche del ministro e del governo, ma ha espresso una valutazione critica in merito a posizioni governative di evidente e incontestabile interesse pubblico, valutazione che nelle modalità di esternazione non ha esorbitato dai limiti della continenza né ha violato diritti o libertà altrui». Si ricorda a Gasparri che «al magistrato, come a tutti i cittadini, è consentito ai sensi dell'art. 21 della Costituzione il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, essendo vietato solo l'esercizio anomalo e l'abuso attraverso, ad esempio, la violazione dei diritti o delle libertà altrui».
Infine «dalla lettura delle dichiarazioni rese dal dottor Eugenio Albamonte non si evince un travalicamento dei limiti individuati dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità con riferimento al corretto esercizio del diritto di manifestare il proprio pensiero, né una gratuita aggressione all'altrui reputazione».