Bocche cucite e nervi tesi. Il day after il deposito dell’istanza di revoca della nomina del procuratore di Catania da parte di Rosanna Natoli, la consigliera laica in quota FdI indagata per aver incontrato una toga sotto procedimento disciplinare dispensando “consigli”, il Csm si prepara all’ 11 settembre, giorno del primo plenum dopo il rientro dalla pausa estiva. Un plenum che si preannuncia esplosivo, date le comunicazioni - al momento top secret - che il vicepresidente Fabio Pinelli farà a nome del Comitato di Presidenza sul caso. Una comunicazione che potrebbe rappresentare in primis una risposta alle dichiarazioni di Natoli, che ha puntato il dito contro le toghe di centrosinistra - che, a suo dire, avrebbero fatto pressioni per costringerla a non partecipare ai lavori del plenum, falsando così il risultato - e contro lo stesso numero due di Palazzo Bachelet, che l’avrebbe invitata ad andare via di fatto avallando quella che la stessa laica ha definito una «violenza psichica».

Interpellati dal Dubbio, i presunti emissari del diktat delle toghe di Area e Md - ovvero tutti i laici di centrodestra - non hanno confermato né smentito le parole di Natoli. Così come Francesca Abenavoli, la toga che avrebbe “ordinato” il suo allontanamento e che preferisce chiarire il tutto al momento opportuno. Le parole della laica vicina al presidente del Senato Ignazio La Russa sono chiare e gravissime: «Non appena arrivata nella mia stanza, si sono ivi catapultati i consiglieri Bertolini, Giuffrè, Eccher ed Aimi. Mi veniva riferito che la Consigliera Francesca Abenavoli, a nome di tutto il gruppo di Area Dg e di Md, aveva comunicato al vice presidente che qualora fossi entrata in aula consiliare per partecipare ai lavori del plenum avrebbero, in apertura ed in collegamento con Radio radicale, diffuso, mediante lettura, la trascrizione del contenuto della chiavetta Usb depositata dalla Fascetto Sivillo e, conseguenzialmente, richiesto pubblicamente le mie dimissioni e inviato gli atti in procura - ha scritto Natoli -. Terrorizzata, forzata e violentata psichicamente dalle parole e dalle intenzioni riferitemi dai consiglieri di Area ed Md, e non avendo avuto neanche il tempo di riflettere in merito alla genuinità o meno della chiavetta Usb depositata da parte della Fascetto Sivillo (la toga che ha incontrato privatamente, ndr), temendo la ripercussione mediatica minacciatami da quei gruppi consiliari, sono stata “costretta”, mio malgrado ad allontanarmi da Palazzo Bachelet, e a non presenziare ai lavori del plenum e soprattutto alla votazione per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Catania, alla quale tenevo particolarmente».

Al momento a smentire con sdegno è stata la sola Domenica Miele, unica toga di Md in Consiglio. Ma il silenzio dei consiglieri di Area non è “vigliacco”: l’intenzione è quella di attendere le comunicazioni di Pinelli, per poi offrire direttamente in Plenum una ricostruzione completa della vicenda.

L’ 11 sarà probabilmente anche il giorno in cui si metterà ai voti la richiesta di sospensione di Natoli, sulla quale in questi giorni il mondo della magistratura si è spaccato. Con da un lato i “garantisti”, che hanno interpretato il nuovo testo dell’articolo 335 come una tagliola che vieta qualsiasi conseguenza amministrativa o civile sulla base della mera iscrizione sul registro degli indagati, e dall’altro i “forcaioli” che, invece, sostengono la possibilità, sulla base delle relazioni di accompagnamento alla riforma, di intervenire, anche affinché il Csm possa autotutelarsi.

La situazione è incerta, ma stando ai rumors la delibera dovrebbe superare la maggioranza dei 2/3 richiesta dal regolamento del Consiglio superiore della magistratura. E dovrebbe passare anche con i voti di Magistratura indipendente, la corrente conservatrice delle toghe considerata quella meno ostile al governo - e dunque, teoricamente, anche con Natoli, espressione del partito della premier.

A dirigere la partita è Pinelli, che avrebbe mantenuto sul punto un contatto diretto con il Presidente della Repubblica - nonché presidente del Csm - Sergio Mattarella (che contrariamente ai rumors non sarà presente al plenum). La cui posizione è ormai nota: come comunicato direttamente a Pinelli subito dopo lo scandalo, per il Capo dello Stato Natoli deve abbandonare il Csm. E la linea è condivisa anche da Pinelli, ora anche tirato in ballo da Natoli nella sua istanza. La laica potrebbe perdere anche il supporto dei laici del centrodestra, che pur non votando a favore della sospensione dovrebbero optare per l’astensione.

Ma all’interno del Csm c’è già chi guarda oltre: «Possono anche sospenderla, ma il Tar annullerà tutto». E forse anche la magistratura, archiviando un fascicolo che, secondo parecchi, non può avere vita lunga.