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Il Consiglio dell’Unione Europea ha definitivamente licenziato la direttiva - approvata il mese scorso dal Parlamento europeo - sul copyright. Il testo, che aggiorna la legislazione dell’Unione in materia di protezione dei diritto di autore, non ha ricevuto il placet dell’Italia: la maggioranza qualificata è stata comunque raggiunta, con 19 sì, 6 contrari e 3 astenuti. Tra i contrari oltre all’Italia, il Lussemburgo, l’Olanda, la Polonia, la Finlandia e la Svezia. La norma prevede la cosiddetta “link tax” ( tassa sui link, che prevede che gli autori delle opere ricevano una quota dei proventi percepiti dagli editori, a loro volta pagati dalle piattaforme online che diffondono i contenuti) e un “upload filter” ( filtro per il caricamento dei contenuti, per cui le piattaforme online devono ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti per utilizzare i contenuti). L’adozione della direttiva è l’atto finale di un dossier tra i più controversi della legislatura e ora i paesi europei hanno due anni per recepire nel loro ordinamento la nuova legge. Molto critico sul testo, il sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi: «E’ una cattiva notizia per l’editoria locale». Il senatore dei 5 Stelle definisce «briciole» le risorse che gli editori otterranno dagli over the top con questa direttiva, mentre invece avrebbero dovuto ottenere «i dati» degli utenti in loro possesso.