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I NODI POLITICI
PRESIDENTE PSI
Non comprendo lo scandalo quando si parla di verifica. Se una cosa non va, dalla lavatrice al governo, se ne controlla il funzionamento, è normale. Di verifica parlano tutti. Con diversità di toni ma ne parlano tutti. Il Pd chiede maggiore collegialità ed un’efficienza più marcata, i grillini sono alle prese con evidenti difficoltà interne, proteggono Conte ma perdono pezzi, Italia Viva pretende che le decisioni vengano assunte dalla politica senza delega ad uno stuolo di tecnici, i socialisti invocano la centralità del parlamento. Se invece di verifica il presidente Conte vuol usare altri termini - test, collaudo, il vocabolario italiano è ricco di sinonimi avanti, tuttavia il problema non cambia. La domanda giusta da farsi è perché ci sia bisogno di una verifica.
Tre problemi su tutti.
Uno. L’emergenza è più lunga del previsto, s’infila nell’anno a venire, letale per l’economia e con effetti devastanti sulle strutture sanitarie. La politica dei bonus per tutti, giustificata nella scorsa primavera, deve lasciare il posto a riforme strutturali e ad una strategia di investimento sulle giovani generazioni, le più tartassate. Dunque: riaprire in sicurezza le scuole, soldi a istruzione e formazione, sostegno alle piccole e medie imprese, attivazione del Mes per la sanità, riforma della giustizia.
Due. I fondi del Recovery Fund non vanno considerati un portafoglio per l’oggi. Si tratta di fondi per investire nel futuro. Serve una visione per spenderli, progetti di lungo respiro capaci di tracciare la cornice nella quale l’Italia dovrà muoversi all’indomani della crisi. Innanzitutto Infrastrutture materiali e digitali, ambiente, ricerca.
Tre. L’Europa. La pandemia non provocherà la fine della globalizzazione e però ci consegna ottimi argomenti per una profonda revisione di un processo fino ad oggi guidato da finanza e multinazionali.
Qual è la posizione del governo italiano in materia? È pronto a sporcarsi le mani per giocare la partita di un unico ministro delle finanze europeo, per puntare a un soggetto europeo più coeso che tagli le unghie a questa globalizzazione e si ponga come terzo nella competizione Usa/ Cina?
Questi sono i temi, non task force mastodontiche e nemmeno i Dpcm natalizi. Su tutti e tre spetta al Parlamento discutere e assumere le decisioni finali, naturalmente lavorando sugli orientamenti dell’esecutivo.
Mi chiedo se Conte intenda o meno varare questa seconda fase. Non c’è dubbio, è più rischiosa, nondimeno è l’unica che può riaccendere la speranza e allontanare la rassegnazione. Se non lo fa, la “ruota quadrata” che è questa Italia - metafora del CENSIS, non mia - rischia davvero di scivolare nell’ombra.
CHI HA PAURA DELLE PAROLE
SE INVECE DI VERIFICA IL PRESIDENTE CONTE VUOL USARE ALTRI TERMINI - TEST, COLLAUDO, IL VOCABOLARIO ITALIANO È RICCO DI SINONIMI -AVANTI, TUTTAVIA IL PROBLEMA NON CAMBIA. LA DOMANDA GIUSTA DA FARSI È PERCHÉ CI SIA BISOGNO DI UNA VERIFICA