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CARLO NORDIO MINISTRO GIUSTIZIA
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervistato durante il programma "XXI Secolo" su Rai1, ha toccato temi centrali come le riforme della giustizia, la separazione delle carriere, l'intelligenza artificiale (IA) e le sfide del sistema giudiziario italiano.
Separazione delle carriere e riforme
Nordio ha sottolineato l’importanza della separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri, considerandola una riforma cruciale per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Ha dichiarato: «L'iter procede rapidamente: la doppia lettura parlamentare arriverà entro l'estate e successivamente sarà il popolo a esprimersi tramite referendum». Nordio ha ribadito che la separazione delle carriere «non è un pericolo, ma una garanzia per la democrazia, come accade nei Paesi dove è nata».
Digitalizzazione e potenziamento dell’organico
Nordio ha evidenziato il progresso nella digitalizzazione e nel rafforzamento degli organici giudiziari, con cinque concorsi in corso per colmare il 15% di carenze nel personale. «Entro il 2026 completeremo l’organico dei magistrati e raggiungeremo gli obiettivi del PNRR», ha affermato.
IA e sicurezza dei dati
L'intelligenza artificiale rappresenta una sfida cruciale. Nordio ha avvertito: «L'IA può manipolare e captare dati sensibili. Stiamo lavorando a livello normativo e organizzativo per evitare rischi e garantire la sicurezza».
Carceri e indagini
Riguardo alle problematiche delle carceri italiane, Nordio ha dichiarato: «La situazione richiede attenzione. Episodi di azione e reazione possono accadere, ma lasciamo alla magistratura il compito di fare chiarezza».
Abuso d’ufficio e obiettivi mancati
Tra i provvedimenti di cui va più fiero, Nordio ha citato l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, che ha portato benefici a molti magistrati. Ha aggiunto però un rammarico: «Non sono riuscito a inserire la figura dell’avvocato nella Costituzione per ragioni di tempo».
Prevenzione come priorità
Sul tema della violenza e della prevenzione, Nordio ha ribadito il ruolo centrale delle famiglie e dell’educazione. «La prevenzione deve partire dalle basi, dalle famiglie e dalle comunità, ancora prima che dalle scuole», ha sottolineato.