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Tribunale di Bassano
Il futuro Tribunale della Pedemontana veneta continua a far discutere, non solo l’avvocatura e la magistratura, ma anche la politica. Contro il nuovo ufficio giudiziario, che il governo è intenzionato ad aprire quanto prima (nel quadro della legge che ridefinisce la geografia giudiziaria), sono scesi in campo lo scorso fine settimana una sessantina di sindaci, di tutti gli schieramenti politici, della provincia di Vicenza.
I primi cittadini hanno deciso di inviare una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio per sostenere la “inutilità”, in un fase segnata da tagli e scarsità di risorse, dell’apertura del Tribunale della Pedemontana. “È meglio razionalizzare le spese”, hanno affermato i sindaci, puntando il dito soprattutto sul fatto che il nuovo ufficio giudiziario, con sede a Bassano del Grappa, dovrebbe essere aperto a “costi invariati” per la finanza pubblica.
L’organico del nuovo Tribunale è stato fissato in 28 magistrati giudicanti, con 84 amministrativi, e in 10 pm, con 36 amministrativi. Al di là delle fisiologiche scoperture nelle piante organiche dei magistrati, il problema maggiormente sentito riguarda proprio il personale di cancelleria. L’Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti (Unep) di Padova, ad esempio, ha una scopertura di quasi l’ 80 percento, con inevitabili ripercussioni sull’attività giudiziaria. «Le risorse sono limitate e bisogna decidere come e dove impiegarle. È necessario effettuare una scelta, operando un bilanciamento fra i valori legati alla prossimità e quelli legati alla qualità dell’amministrazione della giustizia», hanno fatto sapere gli avvocati Francesco Rossi, Alessandro Moscatelli e Diego Casonato, rispettivamente presidenti dei Coa di Padova, Vicenza e Treviso, contrarissimi alla nuova sede di Bassano. «Nel migliore dei casi vi potranno essere addetti una decina di magistrati che faticheranno a comporre i collegi in ragione delle incompatibilità, e ai quali sarà possibile, nella sostanza, assegnare la trattazione solo di alcune tipologie di controversie”, hanno aggiunto i presidenti dei tre Ordini.
«Avere il Tribunale vicino non è un vezzo ma una necessità», ha replicato Nicola Finco, sindaco di Bassano. «Il tessuto economico dell’Alta Padovana, Castellana e del Bassanese è tra i più dinamici e produttivi del Nord Italia, e con una forte vocazione industriale, artigianale e commerciale.
Tuttavia, la mancanza di un Tribunale di prossimità rappresenta un ostacolo allo sviluppo e alla tutela giuridica di cittadini e aziende», ha sottolineato il leghista Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, anch’egli grande sostenitore del nuovo ufficio giudiziario. «Un tribunale vicino è essenziale per garantire la rapidità e l’efficienza della giustizia, indispensabili per un’area fortemente imprenditoriale», ha aggiunto Bitonci, in linea quindi con quanto affermato sul punto dal collega di partito e sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.
Il Tribunale della Pedemontana avrebbe comunque già una sede la cui ristrutturazione è costata al momento 20 milioni di euro.
E sulla apertura del nuovo ufficio giudiziario si è svolto ieri a Vicenza un convegno dal titolo: “Revisione della geografia giudiziaria, un pericoloso ritorno al passato”. Fra gli intervenuti, Carlo Citterio, presidente della Corte d’appello di Venezia, Alessandra Moretti, eurodeputata dem, Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato, Edmondo Bruti Liberati, ex procuratore di Milano. «Il governo mi pare al momento molto vago su queste riaperture», ha commentato Zanettin. «Il Tribunale di Vicenza dieci anni fa era l’ultimo in classifica per efficienza nel dare risposta alle necessità e oggi si trova, invece, ai vertici della stessa classifica. Questo perché grazie ai tanti interventi che sono stati fatti a tutti i livelli, cioè da Csm, governo, organi amministrativi locali, sinergie varie, Ordini degli avvocati, si è riusciti a creare un Tribunale di dimensioni medio- grandi, nel quale si è potuti arrivare a performance che oggi lo pongono ai vertici nazionali», ha puntualizzato il senatore di FI. «Temo che il Tribunale della Pedemontana sarebbe alla fine un “tribunalino' nato morto, che però ammazzerebbe contemporaneamente anche il Tribunale di Vicenza», ha concluso Zanettin.