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Alcuni avvocati britannici insorgono contro il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, “reo” di aver chiesto l’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e del ministro della Difesa, Yoav Gallant. L’organizzazione “UK Lawyers for Israel” ha annunciato che procederà davanti agli organi disciplinari competenti per denunciare la “cattiva condotta professionale” di Khan, che è un avvocato britannico soggetto alle norme del “Bar Standards Board”. Nel caso di riconoscimento della cattiva condotta professionale l’avvocato sottoposto a procedimento rischia la radiazione dall’albo.
Nei giorni scorsi la UKLFI ha formalizzato le proprie rimostranze, inviando una lettera di ben 25 pagine al procuratore della Corte penale internazionale. Nel documento vengono contestate punto per punto le accuse rivolte a Netanyahu e a Gallant. Gli avvocati britannici, promotori dell’iniziativa contro Khan, inoltre, forniscono prove dettagliate che indicano la falsità delle accuse riguardanti il premier israeliano e il suo ministro della Difesa.
La replica del procuratore della Cpi non si è fatta attendere. Khan ha affermato che ha agito “in modo indipendente e imparziale” per far emergere le responsabilità in riferimento ai crimini commessi sulla Striscia di Gaza. «L’ufficio del procuratore della Cpi – si legge in una nota - sottolinea che non sarà influenzato in modo improprio da alcuna forma di minaccia e di molestia nel perseguire in modo indipendente e imparziale le responsabilità ai sensi dello Statuto di Roma».