PHOTO
Il ministero della Giustizia, in riferimento all’avvio, a partire da oggi, dell’estensione del Processo civile telematico ai Giudici di Pace, previsto dalla riforma Cartabia, ha voluto rassicurare i cittadini e gli avvocati. Lo ha fatto con una lunga nota nella quale indica le caratteristiche tecniche del Pct e le tappe che hanno portato alla sua attuazione, sottolineando anche il completo utilizzo dei fondi per i nuovi contratti Desktop.
«In questi mesi – spiega via Arenula - il Ministero ha predisposto tutte le attività necessarie a garantire il supporto richiesto dagli uffici per agevolare quella che rappresenta una vera e propria rivoluzione copernicana della giustizia civile. Il Dipartimento per la transizione digitale della giustizia e la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati hanno approntato numerosi progetti di formazione del personale, implementato, sulla base delle richieste pervenute, la dotazione hardware e software, nella consapevolezza che il compito da svolgere e l’obiettivo da raggiungere è di grande complessità ed importanza per l’efficienza dell’intero sistema giustizia e richiederà la collaborazione e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti». Il ministero ha assicurato «il massimo supporto per eventuali problematiche che fisiologicamente potrebbero sorgere, come avvenuto in passato per la “Consolle del magistrato”, nella fase iniziale di attuazione del progetto che oggi muove i suoi primi passi».
Nello specifico, considerati i tempi stretti imposti dall’attuazione della riforma approvata nella scorsa legislatura, via Arenula ricorda che «sono stati implementati gli schemi xsd dei depositi degli atti introduttivi ed endo-processuali per gli avvocati, consentendo adeguate tempistiche per l’inevitabile e doveroso aggiornamento dei vari software gestionali da parte delle software house». Viene, inoltre, rilevato che «è stata implementata la funzionalità di deposito ed accettazione telematica degli atti nel sistema di registro già in uso presso le Cancellerie (SIGP)» e che è stato «realizzato il portale dei Giudici di Pace» con l’implementazione e la realizzazione degli «schemi xsd “base” dei depositi degli atti del magistrato, assieme alle funzionalità di firma remota e deposito telematico, sul Portale dei Giudici di Pace».
Da un punto di vista prettamente tecnico, la soluzione applicativa sulla quale verte il Processo civile telematico davanti ai Giudici di Pace prevede due sistemi cardine. Il primo è il SIGP ad uso delle Cancellerie degli Uffici dei Giudici di Pace, ampliato funzionalmente. Il secondo sistema riguarda il “Portale dei Giudici di Pace” in analogia funzionale a quanto previsto dalla già sperimentata “Consolle del magistrato” per gli altri settori del contenzioso civile.
«Il Portale dei Giudici di Pace – specifica il ministero - consente la firma digitale dei procedimenti da parte dei Giudici di Pace, prevista nativamente tramite la firma remota Multisign da richiedere tramite il consueto canale IR (incaricato alla registrazione) o, laddove non presente, tramite la firma del capo dell’Ufficio. Inoltre, al fine comunque di ampliare le possibilità di firma per chi non fosse ancora dotato di firma digitale Multisign, è stata prevista anche la firma tramite dispositivo SmartCard, e la firma tramite eventuale dispositivo personale di firma digitale, firma ed upload dell’atto. Si è deciso di anticipare il rilascio rispetto alla scadenza normativa (30 giugno 2023) avvalendosi di alcuni Distretti Sperimentatori (Uffici di Napoli, Firenze, Milano, Roma e Catania)». Per quanto concerne il coinvolgimento dei diversi soggetti si evidenzia la creazione di un apposito gruppo di lavoro con rappresentanti dei Tribunali, Procure, Avvocati, CSM, SSM e DOG.
Infine sul versante della formazione, sono stati attuati molteplici interventi per il personale degli uffici giudiziari e per i giudici, mediante due linee di intervento. La prima consistente nella «produzione e pubblicazione di materiale informativo e video tutorial sul portale e-learning del Ministero della Giustizia fin dal mese di dicembre 2022». Spazio inoltre alle «pianificazione ed erogazione di molteplici sessioni di affiancamento con modalità di erogazione in aula virtuale e con sessioni di affiancamento e supporto Training on the Job. «Tali sessioni – conclude il ministero della Giustizia - hanno visto, fino ai primi del mese di giugno, la prenotazione di 2719 utenti (tra questi 734 giudici, e 1946 cancellerie) con un trend in continuo incremento, in quanto l’azione formativa è stata ulteriormente implementata in vista dell’approssimarsi della data di entrata in vigore del Pct per i GdP».
Sulle novità entrate in vigore interviene il Coa di Milano. L’avvio del processo telematico presso il Giudice di Pace e il Tribunale per i minorenni è definito dal presidente degli avvocati milanesi, Antonino La Lumia, «un passaggio non semplice, considerando che gli uffici non avevano conosciuto finora una dimensione effettiva diversa dal cartaceo e la gestione dei dati informatici sconta una serie di difficoltà operative assolutamente prevedibili». «Il Coa di Milano – spiega La Lumia - ha adottato una delibera nella quale si rileva che, nonostante le richieste ripetutamente formulate dalle rappresentanze istituzionali, politiche e associative dell’avvocatura, la nuova disciplina “non è stata supportata dai necessari investimenti in termini di risorse economiche e di dotazioni informatiche, nonché di organizzazione, formazione e aggiornamento dei soggetti coinvolti”».
Per affrontare le varie fasi di transizione l’Ordine di Milano ha costituito una task force di professionisti per le azioni di supporto in favore degli avvocati e degli uffici giudiziari. «Stiamo monitorando costantemente – aggiunge il presidente La Lumia - le criticità emergenti e i risultati sono in chiaroscuro. Presso il Giudice di Pace, i depositi telematici, salvo qualche caso isolato, pare stiano procedendo senza particolari ostacoli. Diversa è la situazione presso il Tribunale per i Minorenni, dove il problema più serio è la migrazione dei dati dal vecchio sistema Sigma al nuovo applicativo Sicid TM, che non sta riuscendo e adesso la visibilità dei fascicoli è fortemente a rischio, con inevitabili disallineamenti di informazioni».
Il Presidente La Lumia, nonostante le condizioni di emergenza rilevate, ha rinnovato la disponibilità a collaborare con le Autorità giudiziarie per sostenere e promuovere ogni iniziativa volta allo sviluppo e alla affermazione del processo telematico. «Ci siamo già attivati – afferma - per garantire formazione adeguata in loco e abbiamo anche avviato un help desk dedicato ai colleghi per risolvere ogni questione legata ai profili telematici del processo: la chiamiamo prassi ambrosiana ed è un modo per fare sistema tra operatori della giustizia e condividere non soltanto i problemi, ma anche le soluzioni. Cercheremo di individuare buone prassi operative. Lo abbiamo fatto colti improvvisamente dall’emergenza pandemica e lo faremo oggi. Il mondo giustizia non può essere diviso. Condividiamo i principi di base della riforma e stiamo lavorando per un sistema moderno ed efficiente, ma le riforme non sono in sé documenti magici che modificano in un attimo la realtà. Perché la riforma sia operativa occorrono infrastrutture, formazione, investimenti».