Quanto può costare «mediaticizzare» un processo? Se lo saranno chiesti in molti pensando al delitto di Garlasco, in particolare Alberto Stasi, unico colpevole al momento per il delitto di Chiara Poggi, e il genetista Emiliano Giardina. Entrambi hanno rilasciato un’intervista alle Iene: il primo rischia di non andare in semilibertà per questo, il secondo di non poter far da consulente nelle nuove indagini su Andrea Sempio.

Ma vediamo nel dettaglio quanto accaduto. Il delitto del 13 agosto 2007 è tornato appunto al centro della cronaca. Oggi, per pura coincidenza, si sono tenute due importanti udienze: quella dinanzi al Tribunale di Sorveglianza di Milano chiamato a decidere sulla richiesta di semilibertà per Alberto Stasi, l’altra presso il Tribunale di Pavia per il conferimento dell’incarico per il maxi incidente probatorio nelle nuove indagini su Andrea Sempio.

In merito alla prima circostanza, la procura generale di Milano ha chiesto il «rigetto» della richiesta della semilibertà avanzata da Alberto Stasi. E, «in subordine», ha chiesto un rinvio del procedimento per valutare le «circostanze» della sua ultima intervista a «Le Iene», che non è stata autorizzata. Si tratta dell’intervista andata in onda il 30 marzo: Stasi non avrebbe chiesto alla direzione del carcere l’autorizzazione a rilasciarla, pur avendola comunque registrata durante un giorno di permesso autorizzato.

Come condannato definitivo che sta scontando una pena, secondo la procura, Stasi avrebbe dovuto chiedere il nulla osta all’amministrazione dell’Istituto. Autorizzazione che, tra l’altro, aveva già chiesto e ottenuto negli anni scorsi per un’altra lunga intervista al programma di Italia 1. Di diverso parere la sua difesa secondo la quale non ci sarebbe stata alcuna infrazione. A supporto hanno prodotto un documento del direttore del carcere, Giorgio Leggieri, che «specifica», «ad integrazione di quanto già inviato» e «qualora utile per la discussione relativa alla misura richiesta», che l’intervista «è stata registrata durante il permesso premio» il 22 marzo e «non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni».

Davanti ai giudici di sorveglianza, nell’udienza a porte chiuse, il ragazzo, detenuto a Bollate in regime di lavoro all’esterno, non era presente. «Come da prassi il tribunale si è riservato, sapremo la decisione. Lui non c’era per una questione di personale rispetto della camera di consiglio per un’udienza che ha delle finalità precise», ha dichiarato l’avvocato Glauco Gasperini. La decisione dei giudici è attesa entro cinque giorni.

Invece a Pavia un centinaio tra giornalisti, cameraman e fotografi hanno atteso fuori dal Tribunale che arrivasse l’altro protagonista di questa storia, Andrea Sempio, nuovo indagato per la morte di Chiara Poggi. Anche lui non si è presentato in Aula davanti al gip. Ma non sono mancati i colpi di scena. Come ormai noto, dopo una prima archiviazione di otto anni fa, la procura di Pavia è tornata a indagare per l’omicidio (in concorso) l’amico del fratello della vittima. La gip ha disposto una perizia per stabilire se la traccia genetica trovata sulle unghie della vittima sia compatibile con il patrimonio genetico di Sempio.

Un approfondimento che avrebbe voluto affidare al perito Emiliano Giardina, l’uomo che nell’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio ha dato un nome a Ignoto 1. Il professore sarebbe stato il genetista terzo per scandagliare, nel contraddittorio, le tracce dei dna maschili presenti sulle unghie della giovane donna e i campioni biologici e reperti mai analizzati da confrontare con il profilo genetico di Andrea Sempio. Tuttavia la procura ne ha chiesto la ricusazione: sarebbe incompatibile per aver rilasciato anni fa un’intervista sempre alle Iene sull’inutilizzabilità delle tracce genetiche sulle unghie di Chiara Poggi. La scorsa settimana, il 2 aprile, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno trascritto i 4 minuti e 47 secondi di intervista e l’hanno inviata ai pm che l’hanno prodotta per sostenere la ricusazione.

La difesa di Stasi, con l’avvocata Giada Bocellari, si è associata alla richiesta chiedendo di escludere anche il generale Luciano Garofano, consulente della difesa di Andrea Sempio ed ex Comandante del Ris nel 2007 all’epoca dell’omicidio, adesso opinionista a Quarto Grado su Rete 4. La gip si è riservata sulla nomina del consulente terzo e su quello che sarà il quesito da sottoporgli, anche eventualmente per allargare il possibile bacino di persone che frequentavano la villetta di via Pascoli, che hanno partecipato alle indagini o ai soccorsi e a cui andrà probabilmente chiesto il dna per escluderlo dalle tracce trovate nell’abitazione, e le impronte che verranno confrontate con quelle di Sempio.

Comparazione che sarà eseguita anche con i tamponi fatti sulla vittima e custoditi nell’istituto di Medicina legale di Pavia e con i reperti conservati nei laboratori del Ris di Parma, come la spazzatura trovata nella villetta e un frammento del tappeto del bagno dove l’assassino si lava le mani. L’avvio dell’incidente probatorio fisserà modi e tempi delle analisi irripetibili da svolgere. Un accertamento in contraddittorio delle parti per cristallizzare le prove in vista di un eventuale processo.