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Aveva mostrato ai suoi studenti di 11-12 anni un’immagine di “Diana e Atteone”, dipinto del 1602 dell’italiano Giuseppe Cesari. Il quadro mostra una scena delle Metamorfosi di Ovidio in cui Atteone sorprende la Dea Diana mentre sta facendo il bagno completamente nuda assieme alle sue quattro ninfe. Una rappresentazione che avrebbe sconvolto gli allievi e le allieve di confessione musulmana che hanno voltato lo sguardo.
Alla fine della lezione attorno alla professoressa di francese sono iniziate a circolare strane voci, secondo alcuni studenti avrebbe pronunciato delle frasi razziste nei confronti della religione islamica e quel quadro “osceno” serviva per offenderli e umiliarli. Diverse famiglie hanno protestato con toni molti accesi, chiedendo la rimozione dell’insegnante.
Una versione completamente smentita dalla prof e da tutti suoi colleghi: «Non ha mai tenuto propositi offensivi verso i musulmani, è una terribile calunnia siamo tutti molto preoccupati per la sua sicurezza», spiega la coordinatrice dell’istituto Jacques-Cartier d’Issou che fa parte dellla stessa ccademia in cui insegnava Samuel Paty, il professore di lettere orribilmdente decapitato il 16 ottobre del 2020 da un giovane ceceno perché “colpevole” di aver mostrato alla sua classe durante un corso sulla libertà d’opinione alcune vignette di Charlie Hebdo, tra cui le famigerate caricature di Maometto del 2012.
Quello che allarma di più è il meccanismo di delazione che si è messo in moto, lo stesso subito da Paty, vittima di un crescendo infernale di fake news fatte circolare sui social network le settimane che hanno preceduto il suo omicidio. «È un fatto estremamente grave, siamo tutti impauriti, aabiamo bisogno di aiuto e di mezzi da parte del ministero», dice un’altra insegnate ai media locali.
Da venerdì scorso il personale docente del Jacques-Cartier d’Issou non tiene lezioni, esercitatando il droit de retrait una prerogativa dei dipendenti pubblici che possono rifiutare di lavorare in condizioni di pericolo grave e imminente.
Purtroppo non si tratta di eventi isolati: in una lettera inviata il 1° dicembre 2023 al vicedirettore accademico dei Servizi Educativi Nazionali, si parla di «molteplici denunce ingiuriose e atti di diffamazione da parte di studenti e genitori di studenti nei confronti del personale». Dall’inizio di ottobre sono stati recensiti almeno 14 casi di “attentato alla laicità” all’interno delle scuole francesi , contro appena tre rispetto all’intero 2022-23.