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Emergenza spazzatura a Roma. Nuovo addio in casa 5Stelle: il vice presidente vicario dell’Assemblea Capitolina, Enrico Stefàno, si dimette dalla sua funzione. Con l’addio di Stefàno, sale ancora il numero di quanti hanno a diverso titolo abbandonato in 3 anni la compagine 5Stelle in Campidoglio: 3 assessori al Bilancio, poi Urbanistica e Lavori pubblici, 2 alle Partecipate, uno al Commercio, 2 all’Ambiente.
Poi i 5 management dell’Ama e i 4 vertici di Atac. Le dimissioni di Stefàno si sommano al caos delle ultime settimane: rifiuti in strada, il solito scaricabarile con la Regione Lazio, Ama al collasso, bus che vanno a fuoco.
La Raggi ha perso il controllo di Roma
Mai, forse, come in questo ultimo quadrimestre l’Amministrazione grillina di Roma, la Raggi stessa e i suo intero entourage hanno dato la sensazione della totale perdita di controllo sulla città, sulle aziende municipalizzate.
E i comunicati e i post sui social minimizzanti sembrano solo sottolineare questa distanza sempre più ampia fra la realtà e il mondo visto da Palazzo Senatorio.
Non a caso, a parte il rapporto con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sempre oscillante, anche il vicepremier, Matteo Salvini, si muove sulla città, consapevole che, ad oggi, sarà lui il prossimo vincitore delle comunali.
Fra due anni si vota per il Campidoglio e Salvini sa benissimo che, al netto del nome del candidato Sindaco, con l’attuale quadro politico sarà la Lega a esprimere il futuro sindaco della Capitale.
Ieri, quindi, dal titolare del Viminale è partito un duplice messaggio rivolto sia alla Raggi che a Zingaretti: “Non siamo interessati alle polemiche ma vogliamo risolvere i problemi e tutelare la salute dei romani.
L'attacco di Salvini
Se nel Lazio, per smaltire i rifiuti della Capitale, ci sono solo tre impianti funzionanti ( di cui due a scartamento ridotto) e due discariche quasi sature c’è qualcuno che - in Regione Lazio e in Campidoglio - ha dormito e non si è mosso per tempo”.
Sindaco di Roma e Presidente del Lazio non sono nominati ma non ce n’era bisogno: “In tutta Europa e in buona parte d’Italia - ha proseguito Salvini i rifiuti sono una ricchezza e producono calore ed energia. Perché gli amministratori di Roma e della Regione Lazio non hanno seguito questo esempio negli anni passati? In questa situazione gli unici che rischiano di fare affari sono i criminali. Come ministero dell’Interno seguiamo la vicenda con grande attenzione”.
E’ sceso in campo anche il ministro dell’Ambiente, Costa, preoccupatissimo per l’emergenza: «Ho proposto una soluzione innanzitutto di breve periodo che è stata accolta sia dal comune di Roma che dalla Regione. Sarà emanata in queste ore una ordinanza straordinaria dalla regione che obblighi tutti gli impianti del Lazio a lavorare al massimo della loro capienza per poter accogliere i rifiuti della capitale e a rispettare i contratti già stipulati. Sembra scontato ma questo non sempre avveniva. In questo modo la municipalizzata avrà certezza dei flussi di conferimento e delle tariffe e potrà programmare e gestire la raccolta. Anche la Regione farà la sua parte. Dal canto suo, il comune è impegnato in un piano straordinario di raccolta che libererà strade e piazze dai cumuli di rifiuti, lavorando anche in orario straordinario, su più turni e di domenica».
Errore mediatico
E la difficoltà della Raggi è testimoniata anche dal passo falso mediatico rimediato nel pomeriggio di ieri.
Il sito Eco della Città - “notiziario digitale dedicato all'ambiente urbano” che conta poco meno di 12mila iscritti - pubblica una indiscrezione secondo cui il Sindaco sarebbe già stanco del CdA di Ama nominato pochissimi giorni fa. Soprattutto, la Raggi sarebbe infuriata per alcune posizioni pro discarica, pro impianti e sulla durata dell’emergenza che, in diverse occasioni, i nuovi vertici di Ama avrebbero detto.
Probabilmente in pochi avrebbero letto questa indiscrezione se non fosse stato per il comunicato di smentita del Sindaco che ha ribadito la fiducia nel nuovo management. La famosa smentita che è una seconda notizia.