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A riallacciare la luce allo Spin Time, palazzo occupato da 450 persone a Roma, è stato il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, di ritorno da Lesbo dove ha portato la solidarietà di Papa Francesco ai profughi presenti nell'isola greca. Gli inquilini, di cui quasi 100 minori, erano al buio e senza gas dal 6 maggio, quando la società fornitrice di energia aveva deciso di staccare le utenze a causa di un debito di circa 300 mila euro. «Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi», dichiara il cardinale Krajewski. «Non l’ho fatto perché sono ubriaco», ha ironizzato. Il porporato «è stato informato di una grave situazione in uno stabile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma in cui si trovavano oltre quattrocento persone, tra cui numerosi bambini - riferiscono all'AdnKronos fonti vaticane vicine all'Elemosineria Pontificia -. Come elemosiniere, ha sentito il dovere di compiere un gesto umanitario, provvedendo personalmente a riattivare la corrente elettrica all'edificio», che non è di proprietà del Vaticano. Questo gesto, sottolineano ancora le fonti vaticane, «è stato compiuto dal cardinale Krajewski nella piena consapevolezza delle possibili conseguenze d'ordine legale cui ora potrebbe andare incontro, nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie». Diversa però è la ricostruzione dell'episodio fornita da Andrea Alzetta, storico volto di Action, movimento capitolino per il diritto all'abitare, e portavoce di Spin Time Labs. «Per una volta è stata ripristinata la giustizia invece della legalità», dice, prima di smentire alcuni "dettagli". «È un'esagerazione giornalistica» la notizia che sia stato l'elemosiniere vaticano a «fare il miracolo», spiega Alzetta. «Della vicenda si è interessata la responsabile della distribuzione del cibo dei poveri, quella di medicina solidale, le persone che lavorano lì, visto che la politica non riusciva a risolvere la situazione. L'elemosiniere del Papa non credo faccia l'elettricista, oltretutto non c'erano sigilli, semplicemente avevano staccato la corrente. Anche questa è una fantasia giornalistica», argomenta l'esponente di Action. «La corrente elettrica fa funzionare l'impianto idraulico e le fognature, oltretutto è fondamentale per chi vive qui con un polmone artificiale. Nell'edificio di proprietà di Banca Finnat si fa un percorso di rigenerazione urbana e sociale, era un palazzo rimasto invenduto e abbandonato a se stesso al quale noi nel 2013 abbiamo ridato vita con un progetto fatto insieme alle università di Roma e tante realtà del territorio. Facciamo concerti di musica classica, spettacoli: per questo molti artisti ci hanno sostenuto».