Il gip di Milano Tommaso Perna ha rigettato la richiesta di giudizio immediato formulata dalla pm della Dda Alessandra Ceretti per undici dei 154 indagati dell'inchiesta della Dda Hydra per i quali il giudice l'anno scorso aveva concesso la custodia cautelare in carcere. Tutti ritenuti gravemente indiziati non di parte del «sistema mafioso lombardo», bensì dei «reati scopo» come la detenzione illegale di armi, le estorsioni, il traffico di droga, reati fiscali, intestazioni fittizie e riciclaggio.

Il diniego del giudice - da quanto appreso - è dettato da una questione procedurale in quanto sarebbe scaduto il termine di 180 giorni per richiedere il rito alternativo che non prevede la celebrazione dell'udienza preliminare. Di conseguenza il prossimo 25 ottobre gli undici indagati, tra cui Gioacchino Amico e Massimo Rosi, verranno scarcerati perché è trascorso il periodo di fase cautelare di un anno. Per entrambi, come per altri indagati, pende un ordine di carcerazione cautelare non esecutivo emesso in questi giorni dal Tribunale del Riesame dopo aver accolto l'appello della pm Cerreti contro il rigetto operato un anno fa dal gip Perna.