Gli atti dell’inchiesta sui presunti dossieraggi, in cui risultano indagati l’ex sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia (Dna) Antonio Laudati e l’ufficiale della Guardia di Finanza Pasquale Striano, sono stati trasferiti alla Procura di Roma.

A renderlo noto è stato il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, spiegando che questa mattina il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha depositato numerosi faldoni contenenti documenti relativi all’indagine presso la Procura capitolina.

L’inchiesta riguarda accessi abusivi alle banche dati, in particolare a quelle sulle Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos) e della Sidda-Sidna, che contengono informazioni riservate sulle indagini antimafia.

L'indagine partita da Roma e il passaggio a Perugia

L’indagine aveva avuto inizialmente origine alla Procura di Roma, che nell’aprile 2023 aveva trasmesso gli atti alla Procura di Perugia. In un primo momento, infatti, il procedimento riguardava un solo appartenente alla Guardia di Finanza, ma nel corso dell’inchiesta era emerso il possibile coinvolgimento di un magistrato della Direzione Nazionale Antimafia.

Per questa ragione, la competenza era stata attribuita agli uffici di Perugia. Tuttavia, la Procura perugina aveva richiesto gli arresti domiciliari per entrambi gli indagati, ma la misura cautelare era stata respinta dal Gip.

Cassazione: Perugia non è competente, il fascicolo torna a Roma

Il quadro della competenza giurisdizionale è cambiato a seguito di una recente pronuncia della Corte di Cassazione, che ha fornito una nuova interpretazione sulla competenza in relazione ai reati commessi da o a danno di magistrati della Procura nazionale antimafia.

A seguito di questa decisione, sia il Gip – in occasione della richiesta di proroga delle indagini – sia il Tribunale del Riesame – nell’esaminare l’appello contro il rigetto della misura cautelare – hanno dichiarato l’incompetenza della Procura di Perugia, conformandosi all’orientamento della Suprema Corte.

Di conseguenza, spiega il procuratore Raffaele Cantone, si è proceduto alla trasmissione del procedimento principale e di altri fascicoli connessi agli uffici giudiziari competenti di Roma.

Gli atti dell’indagine e le attività in corso

Oltre alla documentazione già raccolta, nei fascicoli trasmessi è stata inclusa una nota dettagliata contenente gli atti investigativi svolti e quelli ancora in corso, oltre alle deleghe di indagine ancora in attesa di esecuzione da parte della polizia giudiziaria.

Il passaggio di competenza segna un nuovo capitolo dell’inchiesta, che ora sarà seguita dalla Procura di Roma, chiamata a fare luce su uno scandalo che potrebbe avere risvolti significativi.