La partita più difficile che attende nei prossimi mesi Jannik Sinner si giocherà a Losanna. Non in uno Slam, in un Masters 1000 o in Coppa Davis, bensì davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, che sarà chiamato a esprimersi sul ricorso presentato dalla Wada contro l'assoluzione del tennista azzurro, risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza vietata, nel marzo 2024, ma “graziato” vista la quantità infinitesimale riscontrata nelle sue urine.

La sentenza dell'Itia, l'International Tennis Integrity Agency, che aveva riconosciuto l'assenza di colpa o negligenza al numero uno del ranking Atp, non ha convinto l'agenzia mondiale antidoping, che in una nota ha sottolineato che “la constatazione di 'assenza di colpa o negligenza' non è corretta ai sensi delle norme applicabili” e pertanto “chiede un periodo di squalifica compreso tra uno e due anni”. I risultati acquisiti in questo lasso di tempo da Sinner, compresa la vittoria degli Us Open, non sono però a rischio, dal momento che la Wada “non chiede la cancellazione di alcun risultato”.

Mentre l'agenzia mondiale con sede a Montreal diramava il proprio comunicato Sinner era impegnato sul cemento di Pechino agli ottavi di finale contro Roman Safiullin, in un match complesso e faticoso, sapendo quello che lo avrebbe atteso da lì a poco. “L'ho saputo un paio di giorni fa, oggi è diventato ufficiale. Ma è stata una sorpresa per me. Forse vogliono solo essere sicuri che tutto sia nella posizione giusta. Resto comunque sorpreso che abbiano presentato appello - ha sottolineato il giocatore della Val Pusteria in conferenza stampa dopo aver battuto in rimonta il russo con il punteggio di 3-6, 6-2, 6-3 - Sono molto deluso, abbiamo avuto tre udienze e tutte e tre si sono concluse in modo molto positivo per me”.

La presa di posizione della Wada arriva in un momento storico in cui l'agenzia è finita sotto i riflettori per non aver indagato a fondo sui 23 nuotatori cinesi risultati positivi a un controllo antidoping pochi mesi prima delle Olimpiadi di Tokyo, e comunque ammessi alle gare. Un mancato appello che ha fatto molto discutere all'interno del mondo dello sport e che potrebbe aver inciso nella decisione di intraprendere questo braccio di ferro con l'Itia: mai prima del caso Sinner infatti la Wada aveva fatto ricorso contro una sentenza di un tribunale internazionale indipendente di uno sport come il tennis.

L'Italia nel frattempo ha fatto sentire immediatamente la propria vicinanza al numero uno mondiale. Il presidente della federazione Angelo Binaghi si è detto “sicuro che l'unico effetto dell'appello della Wada sarà positivo, perché sancirà l'innocenza del ragazzo e metterà fine una volta per tutte a questa vicenda restituendoci un campione nel pieno della sua serenità”, mentre il capitano della nazionale italiana Filippo Volandri ritiene che “questa vicenda si concluderà nel migliore dei modi e lo renderà ancora più forte di prima. Siamo al suo fianco, e in Coppa Davis ci sarà sempre una maglia pronta per lui”.

Nell'attesa che il Tas si riunisca Sinner potrà continuare a giocare regolarmente: gli appuntamenti clou di fine stagione, le Atp Finals di Torino (10-17 novembre) e la Final Eight di Coppa Davis a Malaga (19-24 novembre), non sembrano a rischio, considerando che i tempi di Losanna, tra udienza e verdetto definitivo, non sono brevi. La vicenda però non è conclusa e di certo rischia di avere un peso nella testa e nelle gambe del numero uno al mondo.
 

(Alberto Zanello/LaPresse)