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Il governo incassa la fiducia, con il decreto sicurezza bis che passa al Senato con 160 sì, 57 no e 21 astenuti su 289 presenze. E passa con un M5s costretto ad uscire allo scoperto per via delle posizioni assunte da Forza Italia e Fratelli d’Italia, con i primi che hanno dichiarato di non voler partecipare al voto e sostenendo la necessità di far cadere il governo e i secondi che, in alcuni casi, hanno deciso di abbandonare l’aula per abbassare il quorum.
IL M5S VOTA A FAVORE I grillini hanno così sancito la loro fedeltà all’alleato di governo Matteo Salvini, autore della legge nonostante le tensioni tra i due partiti che nelle scorse settimane hanno lasciato presagire venti di crisi.
La giornata si è aperta con il no all’analisi dei 1200 emendamenti presentati, scatenando l’ira dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso.
«Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell'aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro provano nostalgia», ha affermato evocando il fascismo.
«Questi metodi non sono quelli di uno Stato civile, di diritto - ha aggiunto - Questo decreto traduce in norme i tweet di Salvini. Avete fatto dei post Facebook una fonte del diritto».
COSA PREVEDE IL PROVVEDIMENTO Il testo prevede multe da 150 mila a 1 milione di euro per il comandante della nave che viola il divieto di ingresso nel mare territoriale, arresto in flagranza del capitano se non si ferma di fronte allo stop e confisca dell’imbarcazione. Ma anche pene più severe per i manifestanti, con multe da 2mila a 6mila euro per chi usa caschi protettivi o qualunque altro mezzo che rende difficoltoso il riconoscimento della persona e la reclusione da uno a quattro anni per chi lancia o utilizza razzi e petardi, pene più aspre per oltraggio e resistenza al pubblico ufficiale durante le manifestazioni.
I DISSIDENTI A dire no, tra i 5stelle, è stato Matteo Mantero, che però non era presente in aula. «Oggi la Lega vuole che diciamo No al diritto dei cittadini di manifestare liberamente il proprio dissenso inasprendo in maniera incongrua e le pene per i manifestanti - ha sottolineato - vuole che diciamo No a chi soccorre bambini, donne e uomini che rischiano di annegare in cerca di una speranza. Credo che sia ora a mettere un limite alla strafottenza della Lega che con i suoi No e i suoi diktat si comporta come fosse sola a decidere».
Posizione condivisa anche dal vicepresidente del Pd Franco Mirabelli. «In queste norme non c’è nulla per organizzare meglio la sicurezza sul territorio. Niente per contrastare, in materia di immigrazione, le decine di sbarchi quotidiani - ha protestato - Si puniscono i salvataggi: è questo il cinismo peggiore contenuto in questo decreto. Il senso di tut- to questo è disumano».
Per il senatore di FdI Ignazio Larussa, invece, non esiste più una maggioranza. «Fermatevi - ha detto in aula - perchè l’Italia è sull’orlo del baratro».
Superato lo scoglio decreto sicurezza, la maggioranza dovrà infatti misurarsi con l’Alta velocità. Già da ieri le prime scintille. Col ministro delle infrastrutture, il grillino Toninelli, che cercava di gettare acqua sul fuoco riferendo alle agenzie che quello di oggi è solo un parere. Come dire: il no dei 5Stelle non è determinante. Ma con Salvini che riattizzava: «Il no alla Tav metterebbe a rischio il governo» .