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Accelerare sulla riforma del diritto di famiglia. È la richiesta che arriva dal Consiglio nazionale forense e dall’Organismo congressuale forense, che con una nota si sono rivolti al ministero della Giustizia chiedendo di approvare a stretto giro i decreti delega per rendere finalmente operativa la riforma del processo civile per la parte che riguarda il settore della famiglia. Una riforma importante, che secondo l’avvocatura «rappresenta un'evoluzione verso l'attuazione dei principi del giusto processo nell'ambito della giurisdizione rivolta alle persone, alle famiglie e soprattutto ai minori, a lungo auspicata dall’avvocatura». Il traguardo, secondo quanto si apprende da via Arenula, non è lontano: tutti i gruppi di lavoro, incaricati dalla Guardasigilli Marta Cartabia con decreto del 14 gennaio scorso, hanno portato a termine il proprio compito, ad eccezione del settimo gruppo, incaricato della riforma ordinamentale nella parte che riguarda l’istituzione del nuovo tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, destinato a sostituire l’attuale tribunale per i minorenni, con competenze sia civili che penali, oltre alle competenze civili del tribunale ordinario in materia di stato e capacità delle persone e famiglia.
Ma anche in questo caso si tratta di tempi abbastanza ristretti: il gruppo, infatti, aveva ricevuto un mandato temporale molto più ampio, data la complessità della materia, e a breve dovrebbe terminare il proprio lavoro. «Stiamo lavorando al coordinamento e al raccordo generale degli elaborati», dichiara al Dubbio Filippo Danovi, ordinario di Diritto processuale civile e vice capo dell’Ufficio legislativo presso il ministero della Giustizia. Elaborati che successivamente, con il placet della ministra, verranno consegnati alle Commissioni parlamentari. «Sul procedimento di famiglia il testo è quasi pronto», aggiunge Danovi. Nessuna certezza sulla data in cui i decreti arriveranno in mano ai parlamentari: sono diverse le variabili in campo e rimane ancora qualche nodo da sciogliere, mentre l’intenzione è quella di «un articolato nel suo complesso il più possibile unitario». L’idea sarebbe, in ogni caso, di concludere il lavoro e inviare tutto in Commissione prima dell’estate.
Un traguardo importante, affermano Cnf e Ocf, secondo cui «con la riforma si compirà la realizzazione di un rito finalmente unico, con una rinnovata gestione delle risorse, delle competenze e delle funzioni a favore esclusivo di un'adeguata tutela e della necessaria efficienza. Il sistema disegnato dalla legge appare vocato ad una maggiore prossimità della risposta di giustizia per le persone - continua la nota -, al cui centro è posta la cura del benessere della famiglia e del minore e non la patologia. Si tratta di un traguardo atteso da molto tempo non solo dall'avvocatura, ma soprattutto da tantissime famiglie, e risponde alle esigenze mutate della società e alla peculiarità della materia che coinvolge interessi superiori e impone elevata specializzazione di tutti gli operatori coinvolti. Specializzazione che compenserà il paventato rischio di difetto di collegialità e di multidisciplinarietà». La riforma prevede, infatti, un rito unitario, organico e coerente, con lo scopo di garantire maggiormente i diritti delle parti: contraddittorio, rispetto dei tempi, contenuto e deposito degli atti, poteri del giudice e altro ancora, anche con l’impegno del Governo di mantenere la collegialità della decisione nell’ambito dei procedimenti di limitazione e decadenza dalla responsabilità genitoriale. Sono previste scansioni definite per le domande che riguardano unicamente le parti “adulte” e la possibilità invece per il giudice di emanare provvedimenti anche diversi dalle richieste delle parti per la tutela dei figli minori. In questo caso, il giudice mantiene la possibilità di maggiori approfondimenti e di discostarsi dalle richieste formulate dai genitori, se ritiene che non siano conformi all’interesse superiore del minore. Prevista inoltre una decisa valorizzazione delle tutele nelle ipotesi di violenza familiare e domestica a salvaguardia delle vittime, mentre viene valorizzata la mediazione familiare e la figura del curatore speciale a tutela del minore quando vi sia il rischio di un pregiudizio per lo stesso. Ma la grande innovazione ordinamentale è l’istituzione del Tribunale per le famiglie, che sarà supportato anche da un Ufficio del Processo costituito da giudici onorari, le cui competenze saranno un valore aggiunto sia per le sedi circondariali che distrettuali.
Insomma, per Cnf e Ocf si tratta di una riforma in grado di risolvere «molte serie criticità, assicurando un unico giusto processo regolato finalmente dalla legge e non più un rito privo di regole, e istituisce un giudice unico specializzato e prossimo che assicurerà una migliore giustizia alle persone». Da qui «l’assoluta necessità che la riforma entri al più presto in vigore assicurando così l’effettiva tutela dei minori, delle famiglie e delle persone vulnerabili».