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Il Senato non ha approvato la sospensiva al ddl Zan, presentato da Lega e Fi, contrari alla sospensiva sono stati 136 senatori, a favore sono stati in 135. Nessun astenuto. Così come quando si trattò di decidere il destino del governo Conte e il senatore Ciampolillo si presentò all’ultimo secondo, oggi - raccontano - è arrivato all’ultimo minuto in Aula, insieme al senatore Merlo. Ieri entrambi non erano presenti, spiega una fonte parlamentare a Palazzo Madama. All’ultimo momento si sono presentati in Aula per votare sulle questioni sospensive presentate da Forza Italia e Lega per interrompere l’esame del ddl Zan anche esponenti di governo come il ministro Patuanelli. A illustrare la richiesta di sospensiva è stato il senatore di Forza Italia, Giacomo Caliendo. «Provare a spaccare il Parlamento e il Paese in due, come è stato dimostrato ieri con la votazione sulle pregiudiziali, non è da politici illuminati ma francamente da politicanti. Non è possibile rifiutare la discussione su una materia così rilevante», ha detto Caliendo. «Come si può immaginare e poi scrivere - ha aggiunto - che esisterebbe una sorta di istigazione alla discriminazione che costituisce reato senza che la discriminazione si sia verificata? La legge dovrà tornare alla Camera perché ci sono errori tecnici che vanno corretti. Allora bisogna assolutamente fare uno sforzo per identificare una soluzione condivisa». «Dobbiamo individuare una norma che sia idonea a garantire la tutela a chi si trova nelle condizioni previste dalla legge Zan e che sia nel contempo una garanzia per tutti i cittadini a non esser coinvolti in una sorta di "guerra di religione" . Non possiamo calpestare la costituzione e il lavoro di chi si è battuto anche con la vita per difendere la democrazia», ha concluso l’azzurro. Pallottoliere alla mano, da Fratelli d’Italia filtra l’irritazione per le assenze del centrodestra in Aula, durante il voto sulla sospensiva al ddl Zan. I conti, infatti, sembrano dimostrare che senza le 7 assenze tra Fi e Lega, il voto dell’Aula avrebbe avuto esito diverso, e la sospensiva, invece di essere bocciata con un voto di scarto (136 a 135) sarebbe passata. «Per quanto riguarda la legge Zan, i numeri sono a rischio al Senato; e siccome sono a rischio, serve un grande accordo perché a scrutinio segreto questa legge non passa. Chi vuole andare allo scontro lo sta facendo per affossare la legge. Io sono per una legge che tuteli i ragazzi gay, i ragazzi trans. Si cambino gli articoli 1 4 e 7 e si va a chiudere alla Camera nel giro di 15 giorni», ha commentato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, oggi a Firenze, nel corso di una conferenza stampa per presentare il suo ultimo libro "ControCorrente". Dopo il voto si prosegue con la discussione generale del provvedimento, discussione che andrà avanti fino alle 20. Ieri il Senato ha bocciato le pregiudiziale di costituzionalità avanzate da Lega e Fratelli d’Italia. Per la senatrice dem Monica Cirinnà, «il testo Zan si occupa di pari dignità sociale, cioè di eguaglianza. Si occupa di dare attuazione all’articolo 3 della Costituzione, una norma fondamentale, sulla quale non dovrebbero esserci differenze. Lo fa estendendo le norme penali già esistenti - quelle contenute nella legge Mancino - per proteggere alcune fondamentali dimensioni della personalità: sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Il ddl Zan non si occupa di regolare la circolazione delle idee nello spazio pubblico. Si occupa solo e soltanto di proteggere la dignità delle persone». Secondo la responsabile Diritti del Pd, intervenuta in aula nella discussione generale sul provvedimento, «il Ddl Zan si occupa di questo e di niente altro - ha aggiunto - Niente altro, nessuna delle fake news che vengono continuamente agitate. Fake news che sono gravissime perché ognuna di esse è una coltellata alla dignità delle persone LGBT+ nel nostro Paese. Eppure qualcuno chiede ancora mediazioni dopo che alla Camera - ha proseguito Cirinnà - è stato svolto un lavoro approfondito, che ha visto il contributo determinante di Italia Viva e anche di alcuni settori di Forza Italia. Non capisco allora di quali altre mediazioni ci sia bisogno. Chi le chiede non è più credibile. Mi pare chiaro che sulla pelle delle persone LGBT+ si sta giocando un’altra partita, tutta tattica. E questo è per noi inaccettabile». Cirinnà ha poi concluso in suo intervento citando le parole della storica attivista trans Porpora Marcasciano: «Al governo e ai parlamentari chiediamo semplicemente di adeguarsi ai tempi e guardarsi intorno, soprattutto ai Paesi cosiddetti avanzati e civili, le democrazie di cui tanto si sciacquano la bocca. Dare a noi non significa togliere ad altri, significa dare a noi e a tutte e tutti una società più bella».