Via libera della Camera al ddl Sicurezza. Il provvedimento, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”, ha avuto l’ok dell’aula di Montecitorio con 162 sì, 91 no e 3 astenuti. Il testo ora passerà al Senato per l'approvazione finale e la Lega è pronta a chiedere la procedura d’urgenza.

Bocciata la totalità delle proposte di modifica delle opposizioni. Introdotto il reato di resistenza passiva definito «attacco allo stato di diritto» dalla deputata Pd Michela Di Biase. La parlamentare ha aggiunto: «Con questa norma il governo e la maggioranza stanno compiendo un grave passo indietro rispetto ai diritti delle persone detenute che rappresenta una vera e propria violenza allo stato di diritto. Peraltro il nostro codice penale già prevede punizioni per le rivolte violente in carcere. Non è chiaro, quindi, quale obiettivo stia perseguendo il governo, se non quello di impedire ai detenuti anche di denunciare e manifestare pacificamente il loro disagio di fronte a una condizione delle carceri italiane che è insostenibile e disumana, e che è frutto dell'inattività del governo».

La Camera ha invece bocciato un emendamento del deputato di +Europa Riccardo Magi, relatore di minoranza del ddl Sicurezza, che proponeva di istituire le case territoriali di reinserimento sociale: «La maggioranza ha sprecato l'ennesima occasione per intervenire sulla tragica situazione delle carceri italiane. Ringrazio i colleghi del Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva e Azione che hanno sottoscritto e sostenuto l'emendamento, che proponeva di istituire strutture alternative al carcere di capienza limitata, caratterizzate da programmi di trattamento espressamente finalizzati alla ricollocazione sociale del condannato, e destinate ad accogliere tutti i soggetti che debbano scontare una pena inferiore a un anno di detenzione, quindi circa 8 mila, che sono il 20% del totale dei detenuti».

Si tratta di una proposta depositata alla Camera, ha concluso il parlamentare, «anche in forma di proposta di legge, e sottoscritta dagli altri gruppi di opposizione, a cui chiedo fin da subito di sostenerne la calendarizzazione. Su questo in passato il capo del DAP Giovanni Russo e perfino il ministro Nordio aveva espresso un orientamento positivo: tuttavia il Governo ha puntualmente disatteso, decidendo di restare ancora una volta immobile nonostante le condizioni disumane in cui versano le carceri italiane».

Castrazione chimica, passa l’Odg della Lega

Montecitorio però ha dato il via libera, dopo il parere favorevole del governo, all'ordine del giorno al ddl Sicurezza firmato da Igor Iezzi (Lega) che impegna l'esecutivo a «istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva».

Ha esultato il segretario del Carroccio su X Matteo Salvini: «Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili». Dure critiche dalle opposizioni. «Rispunta come ordine del giorno l'ossessione leghista della castrazione chimica. La vocazione repressiva della Lega è senza confini e trascina senza sforzo tutta la destra, senza distinzioni», hanno commentato Devis Dori e Filiberto Zaratti, capogruppo di AVS nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera.

«Con buona pace di Forza Italia il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega. Una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali»: così in una nota la capogruppo democratica in commissione Affari costituzionali della camera, Simona Bonafè sullo stesso tema.

Al Senato la proposta sulle vittime di reato

Contemporaneamente al Senato la maggioranza si divideva sul disegno di legge costituzionale che vorrebbe inserire nell'articolo 11 della Costituzione, quello sul giusto processo, anche la tutela per «le vittime di reato e le persone danneggiate dal reato». Forza Italia infatti è assolutamente contraria e prende tempo perché, come ha spiegato il capogruppo in Commissione Giustizia del Senato, Pierantonio Zanettin, «si altererebbe l'equilibrio tra l'accusa e la difesa che sono e restano le parti principali del processo». Così il provvedimento, che era stato approvato a larga maggioranza in Commissione Affari Costituzionali, dopo essere stato fermo per circa 6 mesi in Commissione Giustizia in attesa del parere, ora torna in I Commissione, quella presieduta da Alberto Balboni (FDI), per un ciclo di audizioni.