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Il disegno di legge Roccella, dal nome della ministra della famiglia del governo Meloni, prevede il rafforzamento della tutela apprestata dal Codice Rosso (l. 19 luglio 2019, n. 69) alle vittime di violenza di genere e di violenza domestica, mediante il potenziamento degli strumenti di prevenzione, tempi ridotti per decidere sull’applicazione delle misure cautelari, ampliamento dei cosiddetti “reati-spia”, maggiore informazione e supporto alla persona offesa, formazione degli operatori a contatto con le vittime, programmi di educazione scolastica.
In particolare è stato previsto:
- Art. 1 ampliamento dei reati per cui è disponibile l’ammonimento del questore (oltre a 581 e 582, anche 610, 612, 612 bis, 614, 635, anche tentati);
- Art. 2 le misure di prevenzione (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e obbligo di soggiorno) sono estese ai soggetti indiziati dei delitti più ricorrenti nella violenza contro le donne e violenza domestica;
- Artt. 3 e 4 ampliato il novero di reati per cui è assicurata una trattazione spedita dei processi e una celere decisione sulle istanze cautelari (558 bis, 572, 583 quinquies, 387 bis, 609 bis, 6089 quater, 609 quinquies, 609 octies, 612 bis, 612 ter, 613, 582 c.p. aggravato…);
- Art. 7 termini per la valutazione delle indagini cautelari (il PM ha massimo 30 giorni dall’iscrizione nel registro delle n.r.);
- Art. 9 le sanzioni penali previste ex art. 387 bis c.p. per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento vengono estese anche alla violazione degli ordini di protezione emessi dal giudice in sede civile;
- Art. 10 arresto anche in “flagranza differita” nei casi ex 387 bis, 572, 612 bis c.p. (entro 48h);
- Art. 12 rafforzamento delle misure cautelari e uso del braccialetto elettronico: custodia cautelare in carcere estesa non solo per trasgressione delle prescrizioni impartite in tema di arresto ai domiciliari, ma anche per manomissione dei mezzi elettronici/strumenti; ampliati casi di misura dell’allontanamento al di là dei limiti edittali ex 280 c.p.;
- Art. 14 estensione della previsione dell’immediata comunicazione alle vittime di violenza domestica o contro le donne con riferimento a tutti i provvedimenti de libertate inerenti all’autore del reato;
- Art. 15 subordinazione della sospensione condizionale della pena a specifici percorsi di recupero per l’autore del reato;
- Art. 17 provvisionale per la vittima/danneggiati - a titolo di ristoro anticipato - in caso di omicidio, violenza sessuale, lesione personale gravissima o deformazione, commessi da coniuge/soggetto con relazione affettiva, in caso di stato di bisogno.
La Legge Roccella contribuisce alla anticipazione della tutela della donna nella fase del procedimento penale incidendo sulle misure cautelari e sul cd braccialetto salva vita – subito dopo la denuncia - ancor prima del processo. Inevitabilmente ne aumenta il tecnicismo e richiede sempre più specifica competenza di tutti gli operatori. Si consolida il principio che l’unico strumento per interrompere il circuito della violenza è la denuncia a cui far fronte con immediatezza. A questo punto cosa manca? Solo di prevedere la figura del difensore della Persona Offesa obbligatoria come per l’indagato, che già la Procuratrice Aggiunta Dott. Maria Monteleone, una indiscussa autorità nel settore, ha proposto in passato.
È indubbio che l’avvocatura rappresenti - anche numericamente – una inestimabile risorsa sempre più specializzata nel settore per intervenire sin dalla presentazione delle querele, che sottraggono tempo ed energie agli inquirenti ed alle forze dell’ordine, che potranno intervenire su un compendio probatorio già doviziosamente rappresentato e quanto possibile documentato.
Del resto l’esigenza della difesa tecnica obbligatoria per la persona sin dal deposito della denuncia – querela, e non solo dal processo come è oggi, trova una duplice motivazione: l’elevato tecnicismo (allegazione di indagini difensive, consulenze forensi, consulenze medico legali, etc..) nonché l’aumento delle denunce – querele, prova dell’emersione del fenomeno.
Basti pensare che nel Lazio le denunce – querele per codice rosso nel 2023, sono 3500, che hanno dato luogo a circa 1000 misure cautelari tra custodiali (arresti domiciliari e carcere, e non: divieto di avvicinamento alla persona offesa) ed il Pool oggi guidato dal Procuratore Aggiunto Giuseppe Cascini è formato da 10 Pubblici Ministeri. Le risorse sono ancora sotto organico e il contributo qualificato degli Avvocati (solo a Roma oltre 26.000) sempre più specializzati nel settore, sono un irrinunciabile presidio di pronto soccorso per innescare l’intervento della magistratura ed arrestare il fenomeno con ancor più forza.