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Questa volta nella gogna c’è finito Flavio Insinna, il noto conduttore Rai, molto amato dal pubblico. Striscia la notizia ha mandato un fuori onda in cui si sente la sua voce che urla e sbraita contro i concorrenti di Affari tuoi: parole effettivamente assai spiacevoli, volgari ("Mi avete portato ‘sta nana, che non si capisce quando parla...”) che avremmo preferito non sentire.
Ma il punto non è questo. Ciò che dice Insinna, scusate, questa volta diventa inessenziale. La questione è il metodo.
Cosa è successo? Un suo collaboratore, probabilmente esasperato dai suoi comportamenti discutibili, invece di protestare con lui, di farsi valere, lo ha registrato di nascosto e poi ha dato l’audio al programma concorrente di Mediaset. Ha cioè scelto la via più semplice, ma anche più barbara: dare in pasto il conduttore e attore all’opinione pubblica.
Quando si parla in una situazione privata, soprattutto quando si è convinti di stare tra persone fidate, non sempre si dicono le cose che si pensano o comunque non si dicono cose che si ripeterebbero in pubblico. Succede a tutti. Ci si lascia andare ad un linguaggio da cui, risentendosi, probabilmente si dissentirebbe.
Questo è accaduto anche a Insinna, persona che nella vita pubblica usa tutt’altro linguaggio e tono. Sono ancora vive le parole da lui dette per ricordare Berlinguer, e per sottolineare il valore dell’uguaglianza e dell’accoglienza. Oggi, grazie a qualcuno che gli ha voluto tendere questa brutta trappola, Insinna rischia di finire linciato nella pubblica piazza dei social.
È un meccanismo che conosciamo bene. Lo abbiamo visto in azione di recente con l’intercettazione e la pubblicazione della telefonata tra Matteo Renzi e il padre. La vita privata delle persone viene sbattuta “in prima pagina”, data in pasto a un pubblico che si sente giudice. Il risultato è la rovina spesso delle singole persone che vengono coinvolte.
Ma forse, pur dispiaciuti per quello che è accaduto a Insinna, dobbiamo anche dire che spesso accade anche qualcosa di più grave. Questa società, la nostra società, invece di migliorare diventa peggiore. Il processo mediatico, che subiscono sia persone che sono sotto inchiesta, sia persone che finiscono sotto accusa per i loro comportamenti, rischia di travolgerci tutti. Il confine è quello tra civiltà e barbarie. E anche questa volta con Insinna lo stiamo superando.