«Dopo poche ore dalla tragedia, senza fare il benché minino accertamento, il pm di Bolzano ha deciso di archiviare il fascicolo che era stato aperto per “atti non costituenti reato”. Un comportamento che non può non sollevare più di un interrogativo alla luce di quanto è poi emerso», afferma l’avvocata Claudia Eccher, consigliera laica in quota Lega, che, unitamente al collega di Italia viva Ernesto Carbone, ha deciso di chiedere al Comitato di presidenza del Csm l’apertura di una pratica per far chiarezza sulla “completezza” delle indagini relative alla morte di Matilde Lorenzi, deceduta mentre si allenava sul ghiaccio della Val Senales lo scorso 28 ottobre. La sciatrice, 19 anni appena compiuti, era da tutti considerata una talento nella discesa libera e nel supergigante.

L’iniziativa dei due componenti laici in queste giorni ha, inevitabilmente, suscitato un grande dibattito riguardo la possibile intromissione del Csm nell’esercizio dell’attività giurisdizionale. «Io sono di Trento e quanto accaduto ha molto scosso l’opinione pubblica», ha aggiunto Eccher. Sotto i riflettori, in particolare, i modi sbrigativi con cui la procura di Bolzano ha chiuso la vicenda. I magistrati altoatesini si sono infatti basati esclusivamente su una relazione dei carabinieri della Compagnia di Silandro, intervenuti sul posto, per i quali si era trattato di una tragica fatalità.

Quanto però riportato nella nota dell’Arma sarebbe smentito da molte testimonianze. Ad esempio la presenza di reti di protezione: in tutte le foto scattate da parte di chi è poi andato sulla pista, esse non ci sono, a differenza di quanto invece affermato dai carabinieri. «Emerge uno scenario dove le condizioni di sicurezza della pista erano completamente inadeguate», prosegue Eccher. La procura, come detto, non ha disposto alcun accertamento tecnico, neppure il sequestro della pista che è rimasta sempre aperta con il rischio di altre tragedie.

E poi non è stata fatta l’autopsia che avrebbe potuto chiarire le reali cause delle morte. La violenza dell’impatto confermerebbe comunque l’assenza di ostacoli sul suo cammino. La tragica morte della giovane sciatrice ha avuto anche una coda velenosa sui social, dove in alcuni post si è arrivato addirittura ad ipotizzare che la fretta di chiudere le indagini sia stata legata all’imminente apertura della prossima stagione sciistica. La procura di Bolzano, per la cronaca, è al momento senza un titolare. L’ufficio è retto dall’aggiunto Axel Bisignano che ha peraltro in corso la domanda proprio per diventare procuratore di Bolzano. L’iniziativa di Eccher e Carbone potrebbe avere ripercussioni sulla prossima procedura di nomina.