Non si placano le polemiche all’interno del Csm in merito alle regole per la nomina degli incarichi direttivi e semidirettivi. I consiglieri di Magistratura indipendente - D’Ovidio, Marchianò, Mazzola, Nicotra, Cilenti, Paolini, Scaletta – in una comunicazione interna a Palazzo Bachelet si sono lamentati «della grande convention organizzata a Milano da Md, Area e Unicost per presentare la nuova circolare sul TU Direttivi».

A loro parere si sarebbe dovuto privilegiare il «silenzio su chat, mailing list, social media vari, quotidiani e convegni». Alimentare il dibattito fuori dal Csm non sarebbe indice di «serietà». E allora, siccome secondo Mi «i buoi sono però ormai usciti largamente dalla stalla», non ci si può più esimere «dall’evidenziare come quella che viene sbandierata e pubblicizzata con tanta enfasi come la madre di tutte le riforme consiliari non sia che una ben organizzata finzione dove chi decide non si assumerà la responsabilità nascondendosi dietro i numeri ma dove anche e soprattutto si finge di porre regole stringenti aumentando viceversa la discrezionalità».

I consiglieri della corrente conservatrice dell’Anm sono per la proposta A), che rappresenta una riproposizione dell’attuale testo unico. Gli altri (Unicost, Md, Indipendenti) sarebbero per la proposta B), che propone punteggi specifici che limiterebbe molto la discrezionalità. Area starebbe lavorando ad una terza proposta che vada a sintetizzare le due già sul tavolo. Il voto nella V Commissione ci dovrebbe essere la prossima settimana, ma i giochi sono ancora tutti aperti. Ma tornando alla nota di Mi, i togati hanno aggiunto: «Desideriamo precisare che non ci appartiene la violazione sistematica e scientifica della riservatezza dei lavori consiliari di commissione con il fine di affascinare i colleghi dando loro l’illusione di una partecipazione al processo decisionale».

Gli ha replicato il consigliere togato indipendente Roberto Fontana, che al Dubbio ha parlato di «reazione spropositata» da parte dei suoi colleghi. Ha spiegato che «non esiste un divieto di parlare all’esterno delle scelte da compiere con queste circolari». Poi su tutte le mailing list ha scritto: «Sono profondamente convinto che sia opportuno oltre che pienamente legittimo e del tutto fisiologico sul piano istituzionale che i consiglieri promuovano dei confronti all’esterno quando sono in discussione proposte di delibera di una portata generale come sono quelle aventi ad oggetto atti di normazione secondaria, tanto più se in diretta attuazione di una previsione legislativa come in questo caso».

Per Fontana «è in gioco probabilmente una diversa visione del rapporto tra eletti ed elettori con riferimento agli organi costituzionali di natura elettiva, ritenendo io che l’elezione non debba risolversi necessariamente in una delega tout court per l’intero mandato e che risponda ad una visione dinamica della democrazia, un costante rapporto di confronto, anche nella fase di elaborazione delle scelte, con i cosiddetti corpi intermedi (ossia nel caso nostro i gruppi associativi) o con gli elettori anche in forme diverse e più fluide spesso rese possibili dalle nuove tecnologie».

In pratica, il magistrato sta contestando la visione verticistica del gruppo e di chiusura del Csm che hanno gli esponenti di Mi: «Peraltro devo constatare che, al di là di qualche diversità d’impostazione teorica, il confronto costante con i vertici dei gruppi associativi su questioni di carattere generale, come lo sono le circolari in corso di elaborazione, ma talvolta anche su procedimenti meno generali, come ad esempio quelli relativi alle nomine, rispondono ad una prassi diffusa ed ampiamente consolidata».

In chiusura, si chiede Fontana, «teorizziamo come fisiologiche le asimmetrie informative per cui vi sono, al di fuori del Consiglio, cerchie più o meno ristrette di magistrati di serie A che sono costantemente coinvolti in tutti i dibattiti, anche quando i processi decisionali sono ancora in maturazione e talvolta neppure avviati, e magistrati di serie B che devono aspettare la narrazione ex post su quanto saggiamente deciso?».