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Si ritorna alle correnti, dunque. La stagione dei candidati “indipendenti” è durata lo spazio delle elezioni suppletive di ottobre. Era il 15 settembre quando i sedici aspiranti per i due posti della categoria dei pm a Palazzo dei Marescialli si presentarono, in diretta streaming, alle toghe italiane. Il leitmotiv della maggior parte di loro fu prendere le distanze dai gruppi associativi.
Erano candidati, si disse, con un forte radicamento sul territorio, lontani dalle logiche di potere che avevano caratterizzato l’organo di autogoverno, determinando le dimissioni di ben cinque togati con il conseguente rovesciamento dei rapporti di forza usciti dalle elezioni del 2018. I magistrati, però, ad urne chiuse hanno premiato Antonio D’Amato, l’unico candidato che aveva sempre rivendicato la propria appartenenza ad un gruppo associativo, Magistratura indipendente, la corrente più colpita dallo scandalo che ha travolto il Csm.
Una mancata presa di distanza da quella stagione che costò agli elettori di D’Amato la reprimenda del pm romano Eugenio Albamonte, già presidente dell’Anm e attuale segretario di Area, il cartello delle toghe progressiste: «L’esito delle votazioni restituisce un’immagine della magistratura in cui una parte degli elettori continua a non volersi affrancare dalle vecchie logiche clientelari».
In vista della seconda tornata di elezioni suppletive, previste per dicembre, le correnti scendono dunque di nuovo in campo. In palio, per il posto da giudice ancora vacante, saranno in corsa solo quattro candidati: ognuno, di fatto, riconducibile ad una delle correnti dell’Anm. Nessun rischio, pertanto, di disperdere i voti. Questi i nomi dei sicuri candidati: Elisabetta Chinaglia, presidente di sezione al Tribunale di Asti per Area, Silvia Corinaldesi, presidente di sezione al Tribunale di Ancona, per Unicost, la corrente di centro.
Autonomia& indipendenza, la corrente di Davigo e Di Matteo sta decidendo in queste ore. Dibattito aperto all’interno di MI. Oggi il termine ultimo per depositare i nomi. Archiviato definitivamente il sorteggio, auspicato dal ministro della Giustizia per scegliere i componenti del Plenum, la partita futura si giocherà tutta fra i gruppi associativi.
Proprio come ai tempi del tanto vituperato Luca Palamara. «Senza la presentazione o il sostegno di una corrente, i candidati indipendenti semplicemente erano degli emeriti sconosciuti», il commento dell’aggiunta di Milano Tiziana Siciliano, indipendente e non eletta.