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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio insieme al vicepresidente del Csm David Ermini
«Ritengo necessario rivolgermi al ministro Nordio, che ha dimostrato di non conoscerlo, per ribadire ancora una volta il grande e faticoso lavoro di autoriforma e di rinnovamento svolto da questo Consiglio, in osservanza delle prerogative che la Costituzione gli assegna, per garantire il rispetto dell'indipendenza della magistratura da ogni altro potere e da qualunque forma di condizionamento». Lo ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini, in apertura del plenum di oggi, replicando così ad alcune dichiarazioni rilasciate dal Guardasigilli.
«Voglio ricordare, in relazione all'attività delle nomine, le prassi virtuose introdotte dal Consiglio, in conformità al principio di trasparenza dell'attività amministrativa, costituite dallo svolgimento delle audizioni dei candidati e dal rispetto del cronologia nella trattazione dei posti, che hanno anticipato le riforme legislative poi sopravvenute» ha aggiunto Ermini.
«Il ministro ignora altresì la faticosa e incessante attività svolta dalla sezione disciplinare, che ho l'onore di presiedere, per reprimere, con rigore, gli illeciti accertati, in modo che quanto accaduto, che ha destato, in primo luogo in questa Assemblea, grande sconcerto e riprovazione non debba più ripetersi. Mi limito a riportare soltanto un dato: nell'anno 2021 il numero delle condanne, in relazione ai procedimenti avviati, è stato pari al 56%».
«Tutto questo è stato essenziale, lo dico con orgoglio, per assicurare la tenuta costituzionale del sistema del governo autonomo della Magistratura che costituisce, come in più occasioni ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella, uno dei cardini della nostra Carta costituzionale» ha concluso Ermini mettendo in evidenza il lavoro di «autoriforma» e «rinnovamento» svolto nel corso dell'attuale consiliatura.