Una singola risposta. Poche frasi in fondo a un’intervista da ministro della Difesa. È bastato così poco a Guido Crosetto per aprire un vaso di pandora un po’ indecifrabile e un po’ sibillino.

Domenica scorsa, sul Corriere della Sera, il Capo della Farnesina ha evocato «l’opposizione giudiziaria» e il rischio di un’offensiva delle toghe «prima delle Europee». Ha citato le «riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”». C’è un po’ di ambivalenza. Sembra l’evocazione di un complotto. Ma le parole del ministro possono semplicemente rimandare ai due recenti congressi di altrettante correnti Anm.

Il primo, quello di “AreaDg”, si è svolto a Palermo a fine settembre, e ha raggiunto l’acme della tensione politica con la parte della “mozione conclusiva” che esorta a «uscire dalle aule dei tribunali e partecipare al dibattito pubblico per spiegare ai cittadini che il drastico ridimensionamento del controllo giudiziario prima di ogni altra cosa colpisce i loro diritti». Il secondo congresso è del gruppo ancora più chiaramente di “sinistra”, ossia Magistratura democratica: lì il segretario Stefano Musolino e il resto della corrente hanno prefigurato una «deriva polacca», «lo stravolgimento dello Stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura».

Insomma, ci sono messaggi in codice. Da una parte, Crosetto si è riferito a circostanze note a tutti, senza alludere a riunioni segrete. Poi però ha gettato quell’ombra su iniziative giudiziarie “studiate” per le Europee. Insinuazioni pesanti, che nelle ore successive ha cercato di ridimensionare. Fino a un chiaro tentativo di distensione rivolto al vertice dell’Anm. Il ministro ha detto che incontrerebbe «molto volentieri il presidente dell’Associazione magistrati Santalucia e il suo direttivo per chiarire loro le mie parole e le motivazioni. Così capiranno», ne è certo il Capo della Farnesina, «che alla base c’è solo un enorme rispetto per le istituzioni. Tutte. Magistratura in primis». Santalucia ha provato a stemperare a propria volta i toni, ha parlato di «rapporto di cortesia in cui il ministro ha manifestato disponibilità a incontrare me e la Giunta» e ha aggiunto di apprezzare Crosetto «sul piano personale», anche se «conta poco». Adesso, ha chiarito il presidente Anm a “Metropolis”, serve che «vengano fugati ogni sospetto e ogni ombra: se c’è qualcosa da denunciare o chiarire, lo faccia, non lasci le parole nel vago».

Ci sarebbe pure una volontà reciproca di spegnere l’incendio. Ma poi è una nota diffusa dal mattinale di FdI, “Ore 11”, a chiarire che i timori di Crosetto non sono frutto di un allarmismo personale: «Sulle parole del ministro si è scatenata una tempesta immotivata», è la premessa, «Fratelli d’Italia e il governo Meloni hanno grande stima per l’operato della stragrande maggioranza dei magistrati, che fanno con serietà il proprio lavoro spesso in condizioni molto difficili. Nessuno scontro governo-magistratura». E ancora: «Un governo a guida FdI non può che essere al fianco dei servitori dello Stato, magistrati compresi». Ma la stoccata arriva subito dopo: «Non è un mistero per nessuno però che esiste una piccola parte politicizzata della magistratura che si schiera apertamente e contro qualsiasi governo non schierato a sinistra. Nessuno può negare che settori minoritari della giurisdizione interpretino il loro ruolo, al di fuori dei limiti dell’ordinamento, per contrastare l’azione del governo, sia con propri provvedimenti - si pensi a quelli in materia di immigrazione, in aperta violazione del diritto europeo e italiano -, sia con dichiarazioni ostili: si pensi alla proposta di riforma costituzionale, bollata come pericolo per la democrazia». Una specie di “interpretazione autentica” dell’intervista di Crosetto: «Tutto questo avviene alla luce del sole», si legge su “Ore 11”, «in scritti che compaiono su riviste dell’ala sinistra della magistratura associata, e in interventi in convegni e dibatti».

I riferimenti sono a “Questione giustizia”, la rivista di Md, e ai già citati congressi delle correnti progressiste. E che Crosetto non vada liquidato come un guastatore della pace siglata fra la premier Giorgia Meloni e la Dna, se ne ha conferma dalle parole di una figura chiave dell’Esecutivo in genere portato alla discrezione e al silenzio, il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano: «Vorrei citare Caivano per la grande collaborazione tra magistrati e governo» dice, ma poi aggiunge che «questo non sempre avviene, per esempio quando c’è un atteggiamento ideologico, come nel caso di alcuni provvedimenti sull’immigrazione dei magistrati».

Insomma, il messaggio sarà stato “marginale” dal punto di vista di Crosetto, ma non per il partito di maggioranza relativa. E neppure per l’opposizione: il capogruppo dem in commissione Giustizia Federico Gianassi ha chiesto, col sostegno M5S, Avs e Italia viva, che il titolare della Difesa riferisca in Aula. Comunque vada, lo strascico dell’intervista è tutt’altro che finito.