L’appello era stato lanciato una settimana fa dalla giunta ligure del sindacato delle toghe, scandalizzato per le critiche avanzate, sia in sede politica che giornalistica, nei confronti di certi metodi di lavoro dei magistrati genovesi. E ieri è arrivata la notizia che la sollecitazione ha avuto risposta. Al grido di “il Csm deve tutelare i magistrati genovesi titolari dell’inchiesta sulla presunta corruzione in Liguria”, i togati della corrente progressista “Area” e di “Unicost” hanno chiesto l’apertura di una pratica a tutela della giudice Paola Faggioni, del procuratore capo Nicola Piacente, dell’aggiunto Ranieri Miniati e dei pm Luca Monteverde e Federico Manotti.

All’iniziativa si sono associati anche altri due componenti del Csm: l’indipendente Roberto Fontana e Domenica Miele di “Magistratura democratica”. Nel documento, si citano le osservazioni di due ministro, Guido Crosetto e Nello Musumeci, i quali avrebbero “generato un clima su cui alcuni giornali si sono inseriti con articoli offensivi nei confronti dei singoli colleghi e per l’esercizio della giurisdizione”.

Insofferenza, dunque. E anche incapacità di capire che, se rispetto a questa inchiesta, che vede come principale indagato per corruzione, falso e voto di scambio Giovanni Toti, che è tuttora, benché ristretto ai domiciliari, il presidente della Regione Liguria, ci sono state tante critiche, è difficile che queste siano del tutto infondate. L’opinione pubblica, rappresentata anche dalla stampa, si sta domandando come mai, a oltre un mese dal 7 maggio, giorno in cui furono posti agli arresti domiciliari, oltre al governatore, anche il suo ex capo di gabinetto e due imprenditori, e finì in carcere l’ex presidente del porto, nessuno sia ancora stato liberato. Il governatore Toti, per esempio, è stato sottoposto a otto ore di interrogatorio con 180 domande e relative risposte. È accusato di aver ricevuto 74mila euro di contributi elettorali complessivi, per quattro diverse occasioni, dall’imprenditore Aldo Spinelli. Si tratta di denaro versato ufficialmente, che Toti non ha negato di aver ricevuto, così come ha rivendicato ogni suo atto amministrativo e politico degli ultimi quattro anni. Periodo nel quale la Procura, grazie anche al fatto di aver inserito nell’inchiesta per alcuni indagati l’aggravante di mafia, ha potuto intercettare e controllare giorno e notte il presidente. E già questa è una modalità procedurale che è stata da molti criticata.

I magistrati dell’Anm e quelli che siedono al Csm trovano normale questo modo di indagare? Lo sanno o no che esiste qualche loro collega cui è moto utile contestare l’aggravante per vedersi aperta ogni porta, dalla possibilità di intercettare fino a quella di arrestare e poi magari poter allungare i tempi dell’indagine? O hanno gli occhi chiusi? Non sarà capitato a Genova, ma in molti atri luoghi, sì.

Pare invece che qualcuno si sia offeso perché è stato posto questo problema. E non solo. I pm, e con loro la gip, ritengono che quei 74mila euro siano stati la ricompensa data al governatore da Aldo Spinelli in cambio della decisione, che peraltro non compete al presidente della Regione, di prorogare per trent’anni la concessione del Terminal Rinfuse. Ma si pongono anche qui due osservazioni. La prima, di ordine logico: nessuno nota la sproporzione tra una commissione miliardaria come la gestione trentennale di quel terminal e i settantamila euro versati come “ricompensa”? La seconda è invece attinente alle regole del diritto: come ben sanno gli uomini di Procura, e anche la gip, spetta loro dimostrare che tra le due operazioni – la concessione e i versamenti rateali – esiste un nesso di causalità. Ti do questo in cambio di quello. Devono dimostrarlo, insistiamo. Invece si limitano a dire che Toti insisteva perché quella decisione venisse assunta. E allora? Hanno controllato i suoi conti correnti per verificare che ci siano stati versamenti sospetti? In assenza di finanziamenti pubblici per le occasioni elettorali, ogni candidato, di tutti i partiti, chiede contributi ai privati. Non è un reato, e in questo caso hanno indagato per quattro anni e il finanziamento illegale non l’hanno trovato. Possiamo sapere dunque perché il governatore della Liguria non può ancora tornare a svolgere il ruolo per cui l’hanno eletto per due volte i cittadini?