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Il deputato Enrico Costa a colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio (LaPresse)
Enrico Costa, deputato di Azione, punta il dito contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Il magistrato che sbaglia non paga mai. E, grazie a Nordio, non pagherà mai» aggiunge l’avvocato.
«Oggi le valutazioni di professionalità quadriennali dei magistrati registrano per il 99,6% esiti positivi, perché il giudizio sul lavoro svolto è una farsa. Gli errori non emergono mai, perché il Consiglio Giudiziario ed il CSM non hanno sottomano gli esiti dell'attività della toga (inchieste flop, sentenze ribaltate, arresti annullati ecc.). Nel 2022, con un emendamento avevo ottenuto l'istituzione del Fascicolo per la valutazione del magistrato, con gli esiti di ogni atto della toga, perché il CSM potesse svolgere una valutazione di professionalità con tutto il materiale a disposizione, e non solo su atti scelti “a campione”. Anm scioperò per protesta. Mi attaccarono personalmente, me ne dissero di tutti i colori. Questo Governo deve scrivere le norme per dare attuazione al fascicolo per la valutazione del magistrato. Tutto mi sarei aspettato, tranne che fossero proprio Nordio e questo Governo a demolire il Fascicolo, ritornando ad inserirvi solo atti “a campione”. Oggi ci sarà il Cdm che approverà questo gigantesco arretramento, senza tenere conto di quanto suggerito dalle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. La valutazione diventerà così una lotteria».
«Tanto per fare un esempio - aggiunge - un pm avvia una serie di inchieste che finiscono in 'flop', ma questi atti non vengono selezionati tra quelli “a campione”, quel Pm verrà promosso con tanti complimenti. Il risultato di questa brillante operazione? Resterà il 99,6% di giudizi positivi, l'Anm non protesta più. Voglio proprio vedere come voterà Salvini in Cdm, lui che ripete come un mantra che i magistrati che sbagliano devono pagare per i loro errori. Questo passaggio ci porta anche a trarre delle conclusioni definitive nei confronti del ministro Nordio, verso le cui dichiarazioni programmatiche avevamo mostrato grande fiducia. Ci sta deludendo molto, perché ha sacrificato l'identità garantista (ammesso che l'abbia mai avuta e non solo declamata). Avremmo preferito - conclude Costa - un Guardasigilli divisivo sui temi, ma con una chiara identità, a un garbato signore che prova a galleggiare, a costo di rimangiarsi idee sostenute per tutta la vita».