È stata aggiornata al prossimo 26 giugno l’udienza del processo che vede imputati Alfredo Cospito e la sua ex compagna Anna Beniamino per il ricalcolo della pena per l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano, nel cuneese, avvenuto del 2006.

Le esplosioni avvennero in orario notturno, e come sottolineato dalla difesa “non fu utilizzato materiale esplosivo ad alto potenziale” e il gesto “non solo non ha causato alcun morto, ma neppure alcun ferito”. Il giudice ha aggiornato a lunedì prossimo giorno in cui è prevista la sentenza.

Il processo era stato sospeso a dicembre in quanto i giudici torinesi avevano chiesto che la Corte costituzionale si pronunciasse sul quarto comma dell'articolo 69 cp “nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen., nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”. La Consulta aveva dichiarato incostituzionale questa parte, aprendo la via per uno sconto di pena a Alfredo Cospito. Nonostante questo l’accusa ha chiesto comunque l’ergastolo per Cospito: “Non merita sconti” ha detto in particolare il pg Saluzzo, sottolineando che se l'attentato a Fossano non ebbe “l'effetto voluto, che era colpire un numero indeterminato di carabinieri, fu solo per un caso”. “La Corte costituzionale - ha aggiunto - ha aperto la strada alla possibilità di bilanciare attenuanti e aggravanti anche per il reato di strage politica. Ma nessuno di noi è obbligato a praticare sconti che non siano dovuti. E Cospito non merita nulla”.

Per l'imputata Anna Beniamino, la richiesta è stata di 27 anni e un mese di reclusione. Diversa la valutazione da parte del legale di Cospito, Flavio Rossi Albertini: “Partiamo da un punto a nostro favore che è la decisione della Corte Costituzionale che ritiene praticabile il giudizio di prevalenza. La precedente Corte d’Assise d’Appello il 5 dicembre scorso ha emesso un’ordinanza con cui ritiene non solo sussistente l'attenuante ma anche che la stessa debba prevalere sulla recidiva reiterata. Oggi la Corte Costituzionale lo consente per cui speriamo che anche questa Corte mantenga la stessa linea interpretativa rispetto le richieste difensive per cui abbatta la pena nei termini di una proporzionalità adeguatezza e individualizzazione rispetto ai fatti effettivamente compiuti o attribuiti al mio assistito”. Il suo assistito ha preso la parola in videocollegamento dal carcere "duro" di Sassari, assistito dall’altra avvocata Maria Teresa Pintus.

L’anarchico ha parlato per circa dieci minuti ed è stato richiamato dalla presidente affinché terminasse. “La mia vicenda è stata usata come una clava dal governo per colpire la cosiddetta opposizione – ha detto l’uomo che piano piano si sta riprendendo da un lungo sciopero della fame –. Il 41 bis che mi avete inflitto è un trattamento sanzionatorio incostituzionale che contraddice le vostre stessi leggi, che stravolge il senso stesso della mia carcerazione imponendomi la censura insensata che limita il mio diritto alla difesa - ha aggiunto - è evidente a tutti come la mia vicenda processuale sia stata usata come una sorta di clava da parte politica, il governo, contro un’altra parte politica, la cosiddetta detta opposizione”. “Questi fatti sono strettamente legati a questo processo perché sono il prodotto delle dinamiche politiche passate che hanno portato alla nostra accusa e a una condanna spropositata per strage politica”.