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LORENZO D’AVACK
Lorenzo d’Avack, già presidente del Comitato nazionale per la bioetica nell’era covid, commenta la decisione della Corte costituzionale sulla legittimità dell’obbligo vaccinale, che non lo sorprende. «a decisione della Corte costituzionale non mi sorprende affatto. è l’avallamento dei due decreti Draghi». «È ancora presto per dire no a nuovi obblighi vaccinali»
Lorenzo d’Avack, già presidente del Comitato nazionale per la bioetica nell’era covid, commenta la decisione della Corte costituzionale sulla legittimità dell’obbligo vaccinale, che non lo sorprende. «Speriamo non siano necessari, ma non sappiamo cosa accadrà», dice a proposito delle parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha escluso nuovi obblighi vaccinali».
Presidente d’Avack, cosa ricorda dei mesi in cui ha presieduto il Comitato, mesi in cui fu dapprima pensato e poi introdotto l’obbligo di vaccinazione contro il covid?
Se torniamo a quando non c’era il vaccino, il Comitato nazionale per la bioetica, come ricordato dall’allora ministro Speranza, consigliò di obbligare alla vaccinazione soltanto determinate categorie di persone, di fronte a una situazione di assoluta necessità. Cioè soprattutto i medici e coloro che erano maggiormente a contatto con alcune categorie di persone come gli insegnanti o gli operatori delle Rsa. Quindi non consigliammo l’obbligo per tutta la popolazione ma solo per alcune categorie, visto il momento di totale emergenza.
Dunque l’obbligatorietà arrivò a tappe: come si mosse il Comitato prima che si arrivasse a quella decisione?
Quello che fu fatto successivamente, quando il vaccino diventò uno strumento fondamentale per contenere il covid, già era stato pensato in precedenza e lo stesso Speranza lo aveva riconosciuto. Quel Comitato nazionale per la bioetica fu sorprendente perché forgiò qualcosa come 12 pareri sul covid in un momento assolutamente drammatico in cui non si sapeva come riuscire a porre rimedio all’emergenza. I pareri andavano dalle strutture sanitarie alle vaccinazioni sui bambini, fino alla vaccinazione dei minori di fronte alla contrarietà dei genitori.
Ora è arrivato la Consulta a difendere la legittimità dell’obbligo: come giudica la decisione anche alla luce del dibattito politico che si è creato sulla scia di quella scelta del governo Draghi?
La decisione della Corte costituzionale non mi sorprende affatto. L’avallamento dei due decreti Draghi è il riconoscimento che nei confronti di quelle categorie di persone che hanno fatto ricorso per illegittimità vi dovesse essere una particolare attenzione alla vaccinazione così da evitare la trasmissione del covid a persone vulnerabili. Il nuovo ministro Schillaci ha fatto uno spot a favore dei vaccini, anche se nel frattempo è venuto meno l’obbligo della vaccinazione. Ma bisogna vedere cosa succederà.
A proposito di questo, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha escluso la possibilità di nuovi obblighi. È d’accordo?
Mi pare che ancora non si possa stare del tutto tranquilli. I criteri adoperati dalla Corte costituzionale e dal governo evidenziano, da un parte, in base all’articolo 32 della Costituzione, il diritto di ognuno alla salute, e quindi a essere protetto; dall’altra, che abbiamo vissuto in una situazione di assoluta difficoltà e tragedia, prima che i vaccini prendessero piede. Ma non vi è dubbio che i vaccini abbiano reso questa epidemia molto più soft aiutando la cittadinanza ad affrontare in modo più adeguato le difficoltà che nascono dal covid.
Sta dicendo che non si possono escludere nuovi obblighi vaccinali?
Dico che non si può sapere con sicurezza come andrà. Ho letto di recente le modalità con cui il ministro Schillaci sta portando avanti le iniziative che favoriscono la vaccinazione e speriamo continui così. Ma vedendo quel che accade in Cina occorre massima attenzione. L’obbligo non è necessario se la pandemia è contenuta, anche e soprattutto attraverso le vaccinazioni. Ma dai dati che leggo sui giornali la quarta dose è ancora molto carente tra i cittadini e quindi nulla impedirebbe che domani vi possa essere un ritorno della pandemia. Riconosco che se ciò non avviene, la politica della non obbligatorietà è più che accettabile. Sottolineo tuttavia che, paradossalmente, lo spot di Schillaci alla vaccinazione è un campanello d’allarme, perché evidentemente il rischio di un ritorno della pandemia c’è ancora.
Veniamo alle multe per i no vax, che la Lega ha provato a prorogare e a proposito delle quali Schillaci ha detto che, per incassarle, lo Stato spenderebbe più soldi di quelli che arriverebbero dal loro pagamento. Che ne pensa?
Le multe sono una questione di principio. Quando arrivarono i vaccini noi sperammo che ci fosse una responsabilità dei cittadini nel vaccinarsi, ma senza obbligo difficilmente si sarebbe raggiunta la percentuale di vaccinati, superiore al 90 per cento, che abbiamo visto in Italia. È vero che ormai sono passati mesi, ma le regole devono trovare delle sanzioni, altrimenti tanto vale non metterle.