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Questa volta non è il solo ministro dell’Interno Matteo Salvini ad essere indagato per sequestro di persona. A finire sul registro degli indagati per il caso Sea Watch 3 sono anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che sin dal caso Diciotti hanno rivendicato l’azione collegiale in tema di sbarchi.
Ma se il precedente episodio era servito a cementare il matrimonio tra M5s e Lega, ora le cose in casa gialloverde si fanno più scivolose. Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, nell’inviare gli atti al tribunale dei ministri ha già chiesto l’archiviazione. Ma Salvini, rivendicando la propria politica dei porti chiusi, ne ha approfittato per avvertire i 5 Stelle, più cauti sul tema vista la situazione in Libia. «Se qualcuno ha cambiato idea me lo dica», ha dichiarato a margine dell’inaugurazione della nuova questura di Monza. E da Dubai Di Maio ha replicato secco al vicepremier leghista: «sono indagato, ma non mi sento Napoleone.
Questo è un momento molto importante per il nostro Paese, quindi lavoriamo con il massimo del supporto».
Alla base dell’iscrizione dei quattro ministri nel registro degli indagati c’è l’autodenuncia degli stessi dopo il caso Diciotti e l’impossibilità di risalire ad un ordine scritto che accerti le responsabilità alla base della decisione di bloccare la nave, ferma davanti al porto di Siracusa, dal 24 al 30 gennaio, con 47 migranti a bordo, tra i quali 15 minori, mentre l’Italia litigava con l’Europa su chi dovesse accoglierli.
I naufraghi avevano chiesto aiuto anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo, prima di essere “dirottati” a Catania. Una scelta che, sin da subito, è sembrata strategica, visto che a capo della procura etnea c’è il procuratore anti ong Zuccaro. La palla passa ora al collegio speciale chiamato a valutare i reati ministeriali, che ha già convocato il prefetto di Siracusa per capire da chi sia partito l’ordine di tenere la Sea Watch 3 per giorni fuori dal porto di Siracusa, trattenendo a bordo anche i minori, nonostante il tribunale dei minori di Catania avesse chiesto lo sbarco, così come chi abbia spostato il punto di sbarco da Siracusa a Catania.
«In un paese normale, se il procuratore chiede l’archiviazione sei a posto ha commentato Salvini Ribadisco che finché faccio il ministro dell’Interno i porti sono chiusi. In Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare. I trafficanti di esseri umani, finché faccio il ministro, non arrivano.
Possono aprire 18 procedimenti penali nei miei confronti ma non cambio idea e non cambio atteggiamento».
La nave olandese aveva salvato i naufraghi in acque libiche, per poi portarli in Italia, secondo Salvini «fregandosene» dell’alt e delle indicazioni del governo olandese di andare in Tunisia» per compiere «un gesto politico». Ma per il capitano della nave quella per l’Italia era la rotta più sicura, tanto che lo stesso Zuccaro aveva smentito qualsiasi tipo di rilievo penale nella condotta dei responsabili della nave.