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E’ stato il pomeriggio di Lega e 5Stelle a colloquio con il presidente Mattarella. Salvini ha sostanzialmente ripetuto i temi già snocciolati durante il dibattito al Senato il giorno delle dimissioni di Conte e della fine del governo gialloverde. Il leit motiv è stato quello delle elezioni come unica «via maestra». Il leader della Lega non ha mancato di attaccare in principal modo il Pd: «Bella discussione, sono contento di essere a capo di una forza compatta. Abbiamo scelto di portare nelle case degli italiani le cose che non vanno, qualche anno fa sarebbero rimaste nelle stanze segrete. L'Italia non può permettersi di perdere tempo, con un governo che litiga … Faranno a Bibbiano il cdm sulla famiglia?». Poi il gancio lanciato ancora una volta ai 5Stelle: « Se c'è la voglia di lavorare, la Lega è nata per questo. Se i no diventano sì, io non porto rancore». Poi l'ultima dichiarazione quella di Luigi Di Maio che esprimendo preoccupazione per l'economia elencando i tanti tavoli di crisi ancora aperti ha detto che i 5 Stelle non lasceranno «Italia affondare». A questo punto il capo politico dei grillini ha elencato 10 punti che si prestano a differenti interpretazioni. Al primo posto il taglio dei parlamentari, poi la legge sul conflitto di interessi, la riforma della Rai, un green new deal, un rilancio del Sud, la riforma del sistema bancario, la tutela dei beni comuni a partire da acqua e sanità.