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Cesare Parodi è il nuovo presidente dell’Anm con 32 preferenze su 36 (componenti del Cdc). Procuratore aggiunto a Torino, è stato eletto con Magistratura Indipendente. Segretario Rocco Maruotti (33 preferenze), pubblico ministero a Rieti eletto in quota Areadg. Vicepresidente è Marcello De Chiara (34 preferenze) della corrente di Unicost, giudice alla Corte di Appello di Napoli. Stefano Celli ( 32 preferenze) di Md sarà invece il nuovo vice segretario generale. Monica Mastrandrea, direttore della rivista “Magistratura” (33 preferenze), Giuseppe Tango, coordinatore dell’ufficio sindacale (34 preferenze).
Gli altri membri della Giunta: Paola Cervo (33 preferenze), Chiara Salvatori (33), Sergio Rossetti (33), Dora Bonifacio (28).
Al risultato si è arrivati dopo una giornata convulsa, durante la quale i big dei gruppi associativi - Claudio Galoppi e Loredana Micciché (Mi), Giovanni Zaccaro (Area), Stefano Musolino e Silvia Albano (Md), Rossella Marro e Stefano Latorre (Unicost) si sono riuniti più volte in una stanza attigua a quella dove si stava svolgendo in contemporanea la prima riunione del nuovo Comitato direttivo centrale.
La giunta sarà composta da 3 membri di Mi, 2 membri di Area, 3 membri di Unicost, 2 membri di Md. Area ha rinunciato al terzo membro, pur essendo la seconda corrente più votata, per giungere ad un risultato in serata e sbloccare lo stallo che si era creato con le opposizioni di Unicost e Md.
La prossima assemblea voterà una proposta di modifica statutaria affinché gli appartenenti alla giunta non siano più 10 ma 11, in modo da poter fa rientrare in giunta un undicesimo eletto di Areadg.
Il gruppo dei CentuUno ha rinunciato alla trattativa perché contrario al metodo di scelta dei vertici del “sindacato” delle toghe
L’aria è stata molto tesa durante tutta la giornata. Ad un certo punto addirittura Galoppi ha urlato contro Silvia Albano: “non scegli tu il presidente di Mi, non siamo in una dittatura comunista”. Lo sfondo era quello di una divisione sulla figura della presidenza. I vertici volevano come presidente il procuratore Antonio D’Amato, Area ed Md invece proponevano il primo eletto della lista di Mi, Giuseppe Tango. Unicost era più attendista e in ascolto.
Alla fine, dopo ore e ore di riunioni e litigi, si è giunti ad una sintesi, ad una giunta unitaria, non si sa se davvero unita. Ma l’obiettivo per la base che aveva votato era quello di non poter rimandare l’elezione dei vertici.
La domanda è: perché è stato eletto il settimo votato di Mi? Da quanto appreso da varie fonti, Mi avrebbe voluto il procuratore D’Amato come presidente, mentre le altre correnti avrebbero optato per il primo degli eletti della corrente moderata, Giuseppe Tango, ma proprio la dirigenza di Mi aveva scartato da principio questa opzione. E dunque la politica delle toghe si è rimessa al lavoro con vari do ut des: Mi ha detto alle toghe progressiste “se non volete D’Amato allora noi mettiamo il veto su Rocco Maruotti, proponete una donna”. Ennesima spaccatura e divergenze. Si chiude la riunione e i gruppi si riuniscono separatamente. Alla fine, dopo le 19, si trova una quadra.
Ora bisognerà capire se soprattutto la presidenza sarà di lotta o di Governo rispetto alla battaglia da condurre contro la riforma della separazione delle carriere. Nell’intervento della mattina, prima ancora che i giochi si chiudessero, Parodi aveva detto: “La trattativa non esiste perché non ho niente da dare. Siamo integralmente con voi, condividiamo la battaglia. Dobbiamo portare battaglia su tutti temi, anche sui disservizi della giustizia che non funzionano. Nulla accade per caso, e lo sciopero non può essere revocato. Lo revoco se congelano riforma”. Si stava rivolgendo soprattutto ai colleghi di Md che li stavano accusando di tradire il mandato che l’Assemblea del 15 dicembre aveva conferito ai vertici, ossia opposizione totale senza se e senza ma alla modifica costituzionale dell’ordinamento giudiziario e sciopero. Li stavano accusando di voler trattare con la maggioranza. Ma poi trattare su cosa, visto che proprio Mi nella dichiarazioni ufficiali ha sempre sottolineato di essere contraria ad ogni punto della riforma?
Le sue prime dichiarazioni da presidente sono state invece: «Non sono un magistrato famoso e non voglio esserlo; spero che i giovani possano ritrovarsi solo nella mia laboriosità. Faccio mia la proposta di modifica statutaria (per passare in 11 in giunta). Di tutti c’è bisogno. Dal 1990 sono iscritto a Mi ma sono amico dei colleghi degli altri gruppi. Penso ai colleghi invece che non hanno voluto votare e ai giovani, da loro bisogna ripartire. Avrei voluto anche dei CentoUno in giunta anche se sono sfavorevole al sorteggio. Il primo gesto che, al di là di quello che succederà domani (confermare o meno lo sciopero del 27 febbraio, ndr), ritengo indispensabile è quello di chiedere in tempi stretti un incontro con il governo. Mi direte che è atto servilismo, ma noi siamo un potere dello Stato e stiamo portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione». Il neo segretario dell’Anm Rocco Maruotti ha sottolineato invece il "senso di responsabilità di Area nel rinunciare al terzo posto in giunta".