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IL LEGHISTA, GIÀ MINISTRO NEL CONTE I, OTTIENE 222 VOTI
Dopo le montagne russe di palazzo Madama, a Montecitorio l’elezione del nuovo presidente della Camera è filata liscia. Se l’è portata a casa la Lega con Lorenzo Fontana, 42 anni, già ministro della Famiglia e della disabilità prima, e degli Affari europei, poi, nel primo governo Conte.
Ha ottenuto 222 voti, una quindicina in meno di quelli a disposizione dell’intero centrodestra. Le tre opposizioni hanno scelto ognuna un candidato di bandiera: Maria Cecilia Guerra per il centrosinistra, Federico Cafiero De Raho per il Movimento 5 Stelle, Matteo Richetti per il terzo polo. Lo scopo era quello di “contarsi” dopo il mistero dei voti arrivati dall’opposizione a Ignazio La Russa al Senato, decisivi per eleggerlo a seconda carica dello Stato dopo il non voto di Forza Italia.
Nel suo discorso Fontana ha salutato, tra gli altri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il suo predecessore, Roberto Fico, e papa Francesco. Un passaggio anche su Umberto Bossi, presente a Montecitorio. «Occorre riaffermare la centralità del Parlamento - ha detto il neo presidente della Camera - e il presidente deve essere garante del processo dialettico tra maggioranza e opposizione». Fontana ha poi sottolineato che «la ricchezza dell’Italia risiede nella sua diversità, da valorizzare anche attraverso le autonomie», e che «non bisogna cedere all’omologazione, strumento dei totalitarismi». Due le citazioni religiose: la prima, ricordando beato Carlo Acutis, secondo il quale «tutti nascono come originali, molti muoiono come fotocopie» ; la seconda, di san Tommaso d’Aquino, per il quale «il male è la privazione del bene ». E se soddisfazione è stata espressa da tutto il centrodestra, la netta contrarietà all’elezione di Fontana è arrivata dalle opposizioni, con il Pd in testa. «Peggio di così nemmeno con l’immaginazione più sfrenata - ha twittato il segretario dem, Enrico Letta - L’Italia, non merita questo sfregio». E se Calenda definisce Fontana «uno dei più filoputiniani di tutti», visto il trascorso con tanto di magliette pro Putin al Parlamento europeo, uno striscione con su scritto «no a un presidente omofobo proPutin» è stato srotolato dai deputati Pd Alessandro Zan e Rachele Scarpa a inizio seduta.
«Fratelli d’Italia lo ha votato convintamente e siamo certi che saprà ricoprire questo ruolo così prestigioso con senso delle Istituzioni, equilibrio e imparzialità», ha scritto la presidente del Consiglio in pectore, Giorgia Meloni, mentre per il leader della Lega, Matteo Salvini, Fontana «saprà rappresentare deputate e deputati con competenza e senso delle istituzioni».