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Un nuovo “Papa straniero” conquista la procura di Catania, così come anni fa era avvenuto col procuratore Giovanni Salvi, oggi presidente della Fondazione “Vittorio Occorsio” e già procuratore generale presso la corte di Cassazione. Con un solo voto di differenza e un Csm spaccato quasi a metà, il plenum del Consiglio superiore ha nominato oggi il nuovo procuratore capo di Catania, al termine di una lotta intestina che durava da quasi un anno. A spuntarla è Francesco Curcio, che fino a ieri ha guidato la procura di Potenza. Curcio ha ottenuto 13 voti contro i 12 dello sfidante, il procuratore aggiunto di Catania, Francesco Giuseppe Puleio, che di voti ne ha ottenuti 12. Tre sono state le astensioni che nei fatti hanno deciso la nomina. Al plenum non ha partecipato anche la consigliera laica in quota Fdl, Rosanna Natoli, la cui assenza è stata determinante per l’esito della nomina. Il voto della consigliera sarebbe infatti ricaduto su Puleio. Un’assenza, si è vociferato per tutto il giorno a Palazzo Bachelet, “singolare”, tanto che sarebbe trapelata una «grande agitazione» legata, forse, a fatti accaduti nella giornata di ieri.
Che il Csm fosse proteso verso la nomina di Curcio si era capito già da tempo, quando la sfida tra Puleio e altri due procuratori aggiunti dell’ufficio catanese, Sebastiano Ardita e Ignazio Fonzo, aveva raggiunto toni molto altisonanti, tali da suscitare più di una preoccupazione in Consiglio, all’interno del Tribunale, ma anche a Roma, per la presunta saldatura tra diverse correnti in vista delle prossime nomine a carattere nazionale, al punto di spingere la Commissione affari direttivi, dopo cinque settimane di rinvii, molte polemiche e dopo aver audito tutti i candidati, a decidere che la corsa finale sarebbe stata a due, tra il procuratore Curcio e l’aggiunto Puleio, scartando gli altri sfidanti - Fonzo, considerato uno dei candidati più preparati, e Ardita, ex direttore del Dap, ex consigliere Csm e fondatore con Piercamillo Davigo della corrente “Autonomia e indipendenza”. Con la nomina di Curcio, quindi si chiude una pagina negativa della vita dell’ufficio inquirente siciliano, durata per mesi quando le varie correnti di magistratura si erano date battaglia proprio sull’ufficio siciliano considerato importante proprio per la rilevanza dei casi trattati. Curcio è considerato molto vicino al procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Sostenuto da Magistratura democratica, avrebbe ottenuto anche le preferenze di Unicost e da Magistratura indipendente. Puleio era invece sostenuto da diversi togati e dai voti dei laici e dalle correnti vicine al governo. Il nuovo procuratore, ex sostituto della procura nazionale antimafia, negli anni ’80 ha cominciato la carriera come sostituto in Campania e ha lavorato a diverse indagini sul clan dei casalesi. Tra le sue mani sono passati anche i fascicoli sulla P4.