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Rosanna Natoli, consigliera laica sospesa dal Csm
Chi può aver impedito a Rosanna Natoli di entrare la mattina del 17 luglio scorso nella sala del plenum di Palazzo Bachelet e di votare Francesco Puleio procuratore di Catania? A questa domanda cercano di dare risposta i pm di Roma che hanno aperto un fascicolo, al momento senza indagati, a seguito della segnalazione presentata dall’avvocata siciliana eletta al Consiglio superiore della magistratura in quota Fratelli d’Italia ed ora sospesa dall’incarico.
Il fascicolo è stato assegnato dal procuratore Francesco Lo Voi al pm Fabrizio Tucci, componente del gruppo reati contro la pubblica amministrazione, il quale, come primo atto, ha deciso di sentire a sommarie informazioni i vari consiglieri presenti quella mattina e che potrebbero fornire utili riscontri al riguardo. Fonti qualificate di piazzale Clodio contattate da Il Dubbio fanno sapere che sono stati già interrogati nei giorni scorsi l’avvocato Enrico Aimi (Forza Italia) ed il professore Felice Giuffrè (FdI). Le due testimonianze avrebbero fornito elementi d’interesse agli inquirenti.
Natoli, in più occasioni ( anche in una intervista su questo giornale a Simona Musco), aveva affermato che quella mattina era stata «terrorizzata, forzata e violentata psichicamente». In conseguenza di ciò, l’avvocatessa aveva deciso di allontanarsi da Palazzo Bachelet e di «non presenziare ai lavori del plenum e soprattutto alla votazione per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Catania, alla quale tenevo particolarmente».
Il Csm, va detto, aveva subito respinto con forza la teoria del complotto, precisando che non c’era mai stata nessuna pressione su di lei, affinché non si presentasse in plenum per il voto sul nuovo procuratore di Catania, ma la sola comunicazione da parte di alcuni consiglieri della volontà di allontanarsi in caso di sua presenza, dato lo shock per quanto accaduto in disciplinare, dove l’avvocato Carlo Taormina aveva depositato una chiavetta Usb con la registrazione di un colloquio tra la sua assistita, la giudice Fascetto Sivillo, e Natoli stessa.
Ne era allora seguita l’intenzione di lasciare l’aula in caso si fosse presentata, creando un problema di numero legale. I togati progressisti di Area diramarono anche una nota, sottolineando che quella mattina, appena avuto contezza dei fatti, avevano fatto sapere al vicepresidente Fabio Pinelli che, fino a quando il Presidente della Repubblica, in quei giorni all’estero, non si fosse potuto occupare della questione, «sarebbe stato opportuno che la consigliera Natoli si astenesse dal partecipare all’attività consiliare, per non porre tutti i componenti del Csm nell’imbarazzante alternativa tra fingere di ignorare la vicenda - all’evidenza lesiva dell’onorabilità dell’intero Consiglio - o pronunciarsi sulla stessa prima che lo facesse il Capo dello Stato».
Tornando invece alla procura di Catania, gli aggiunti Giuseppe Puleio e Sebastiano Ardita hanno rinunciato alla richiesta di sospensiva avanzata al Tar del Lazio contro la nomina di Francesco Curcio a procuratore del capoluogo etneo. Nomina passata, come si ricorderà, con un solo voto di scarto. L’udienza era prevista per ieri. Il presidente della Prima sezione del Tar ha assicurato tempi brevi per la trattazione del merito, in calendario verosimilmente tra la fine di febbraio e primi giorni di marzo 2025. In quell’udienza tratterà unitariamente anche il ricorso presentato da un altro procuratore aggiunto di Catania, Ignazio Fonzo. Gli aggiunti di Catania ritengono che Curcio non avrebbe avuto i requisiti neppure per presentare la domanda.
La sua posizione, secondo i ricorrenti, doveva già essere scartata per mancanza della legittimazione quadriennale. Puleio nel frattempo è stato però nominato procuratore a Ragusa. Curcio, invece, non si è ancora insediato nel suo nuovo ruolo a Catania in quanto il ministero della Giustizia non ha provveduto alla pubblicazione sul “bollettone”. Un ritardo sul quale il magistrato, ancora quindi a Potenza, aveva chiesto chiarimenti inviando una lettera al presidente della Commissione per gli incarichi direttivi del Csm e, per conoscenza, al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. La prossima data utile per la pubblicazione è il 15 novembre.