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La sede del Csm
Una proposta di risoluzione a tutela dell'indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria. È quella votata oggi dalla Prima Commissione del Csm, a seguito delle polemiche che hanno riguardato i giudici di Bologna che, nelle scorse settimane, hanno disposto il rinvio degli atti alla Corte di Giustizia Ue sul decreto 'Paesi sicuri' in materia di immigrazione. Il documento - che nei prossimi giorni sarà sottoposto al vaglio del plenum - è stato approvato in Commissione con 5 voti a favore (tutti i togati e il laico M5s Michele Papa), mentre ha espresso voto contrario il laico di Fi Enrico Aimi.
Nella sua proposta di risoluzione, la Commissione, a larga maggioranza, ha quindi ritenuto sussistenti i presupposti per un intervento del Csm. A sollecitare l'apertura di una pratica a tutela erano stati, il 4 novembre scorso, con un documento depositato al Comitato di presidenza, i togati di Area, Md, Unicost, gli indipendenti Fontana e Mirenda, 3 laici - Roberto Romboli (eletto in quota Pd), Michele Papa (M5S) ed Ernesto Carbone (Iv) - e i togati di Magistratura Indipendente Paola D'Ovidio, Eligio Paolini, Dario Scaletta ed Edoardo Cilenti. Un secondo documento, con il quale si chiedeva sempre l'apertura di pratica, era stato invece sottoscritto dalle 3 togate di MI Maria Vittoria Marchianò, Maria Luisa Mazzola e Bernadette Nicotra.