La macchina della separazione delle carriere si è messa in moto, ma per aver un buon abbrivio dovrà ancora attendere un po'. Quello che è certo, è che l'approvazione del ddl Nordio sull'abuso d'ufficio e sulle intercettazioni, col voto favorevole dei centristi dell'opposizione, ha dato al percorso della “madre” di tutte le riforme della giustizia nuova linfa.

Se si considerano le dichiarazioni fatte in aula a Montecitorio dagli esponenti di Iv, Azione e +Europa, si può ragionevolmente prevedere che da parte loro ci sarà un sostegno anche al testo sul nuovo Csm, e il ministro Carlo Nordio è stato attento a non lasciare cadere nel nulla un segnale politico di grande importanza. Quanto all'iter vero e proprio, oggi in commissione Affari costituzionali della Camera, dove il testo è planato dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri, sono stati fatti dei passi avanti significativi, perché sono state incardinate le audizioni, che avranno inizio la prossima settimana.

Per guadagnare del tempo, alcune audizioni che sono già state svolte per le proposte di iniziativa parlamentare depositate dall'inizio della legislatura sono state ritenute valide e quindi non saranno ripetute. Martedì prossimo, verosimilmente, il relatore azzurro Nazario Pagano illustrerà in breve i contenuti del ddl, prima di comunicare il calendario delle prime audizioni. Stando a quanto filtra dalla commissione, le audizioni andranno avanti almeno fino alla pausa estiva, e se la tabella di marcia sarà rispettata si dovrebbe entrare nel vivo dell'esame del provvedimento a settembre inoltrato. Un esame che sarà condotto, almeno per la prima lettura, da Forza Italia perché, contrariamente a quanto chiesto da alcuni deputati della Seconda commissione, ormai è pressoché certo che non vi sarà la “congiunta” Affari costituzionali-Giustizia.

Fratelli d'Italia (che presiede la commissione Giustizia con Ciro Maschio), infatti, non ha insistito nel sostenere le richieste – tra gli altri – del deputato di Azione Enrico Costa, di procedere congiuntamente. D'altra parte, quando il testo passerà a Palazzo Madama, la situazione sarà riequilibrata dal fatto che, secondo lo stesso principio, l'esame del ddl sarà condotto dal senatore di FdI Alberto Balboni, presidente della Affari costituzionali. In quel caso, però, la richiesta della congiunta potrebbe essere avanzata dalla Lega, che esprime con Giulia Bongiorno la presidenza della commissione Giustizia. La concordia tra i partiti di maggioranza su come procedere nell'iter del ddl costituzionale, sarà un fattore determinante per il suo avanzamento, perché è probabile che nei prossimi mesi vi siano degli incroci con l'altra grande riforma in cantiere, e cioè col ddl Casellati sull'elezione diretta del premier, che è stato appena approvato in prima lettura al Senato e dovrà ora approdare nella stessa commissione in cui è incardinato ora il Nordio.

Dalla capacità di “incastrare” le sedute nel modo più efficace possibile e di gestire il traffico dei decreti in scadenza da parte dei presidenti – al netto del certo ostruzionismo delle opposizioni, dipenderà il futuro della riforma. Intanto, tra i nomi fatti da Forza Italia per questo nuovo giro di audizioni e che sono stati inseriti nella lista, ci sono, oltre a quello già fissato del costituzionalista Giovanni Guzzetta, il procuratore generale aggiunto presso la Corte di Cassazione Alfredo Viola e il Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Ancona, Roberto Rossi.

Sul fronte politico, dopo i ringraziamenti del Guardasigilli all'ex-Terzo Polo, in casa azzurra serpeggia un sostenuto ottimismo riguardo alle chance di portare a casa la separazione delle carriere. «Abbiamo mantenuto l’impegno», ha dichiarato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, «assunto in campagna elettorale, di dare il via a interventi sulla giustizia tesi a garantire l’efficienza del sistema, senza mai penalizzare le garanzie. Il testo è appena giunto nelle mani di Nazario

Pagano», ha aggiunto, «capace presidente della prima Commissione Affari costituzionali alla Camera, e presto sarà posto all’ordine del giorno e trattato. I tempi saranno quelli necessari», ha concluso, «perché questa legislatura sia, finalmente, quella giusta». Da Washington, dove presenziava al vertice Nato, il segretario del partito Antonio Tajani ha affermato che «ora è importante procedere con la separazione delle carriere, che non è una scelta contro i magistrati ma che piuttosto ne esalta il ruolo». A spingere la riforma non c'è solo Forza Italia, nel centrodestra: per il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, «le riforme sono un dovere politico e ci sono i tempi per fare tutto».