La prima dedicata agli interventi in campo penale, in programma alle 11. La seconda è in agenda per le 15.30 e riguarderà esclusivamente la separazione delle carriere. A voler concordare tempi e iter dei diversi provvedimenti è innanzitutto il guardasigilli Carlo Nordio, che ha convocato a casa propria il doppio summit. Nel caso del divorzio giudici- pm, il ministro punta a verificare le modifiche che i deputati di maggioranza intendono apportare alla riforma. L’obiettivo è concordare i ( pochi) ritocchi da inserire nel ddl costituzionale.

Con Nordio, ci saranno il suo vice Francesco Paolo Sisto (FI) e i due sottosegretari, Andrea Delmastro ( FdI) e Andrea Ostellari ( Lega). Quindi i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato, i presidenti delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali dei due rami del Parlamento e i capidelegazione del centrodestra nei quattro organismi. La tempistica del doppio summit non ha alcun nesso con l’ennesimo caso dossieraggi, considerato che le convocazioni risalgono a una settimana fa: il Gabinetto del guardasigilli le ha trasmesse il 22 ottobre. Ma certo l’esplosione della vicenda milanese peserà. E spingerà Nordio e gli altri partecipanti a mettere sul tavolo idee.

Ma non è il primo tema, quello degli spioni che bucano come se fosse niente il “Ced” del Viminale. Si tratta innanzitutto di darsi tempi certi sui provvedimenti in sospeso. A cominciare dalle due proposte di legge in materia di intercettazioni già approvate in Senato e che attendono solo un via libera – senza modifiche, negli auspici generali della maggioranza – a Montecitorio: il testo che assimila agli “ascolti” il prelievo di dati dagli smartphone dell’indagato ( con l’introduzione del nuovo articolo 254- ter nel codice di procedura penale) e la legge che fissa in 45 giorni il limite ordinario per le captazioni giudiziarie.

Sul secondo dei due provvedimenti, il centrodestra ha ritrovato convinzione dopo che in estate soprattutto Fratelli d’Italia aveva manifestato qualche perplessità. Già col ddl penale di Nordio, in vigore dallo scorso 25 agosto, sono stati introdotti, nella disciplina delle intercettazioni, le tutele per la privacy del “terzo estraneo” alle indagini e il divieto di ascoltare i colloqui tra difensore e assistito. La materia del giorno, gli “ascolti” appunto, sarebbe dunque sistemata. L’unico step che ancora manca è l’intervento con cui si dovrebbe limitare l’uso del trojan. E sul punto, Nordio, nei mesi scorsi, ha chiesto, a deputati e senatori del centrodestra, di riservare ogni modifica alla propria personale iniziativa. Probabile che oggi ne chiarirà tempi e modi.

L’altro enigma da sciogliere, in materia penale, riguarda la prescrizione: nella replica a un’interrogazione in Senato, Ostellari aveva spiegato nelle scorse settimane che, sul ritorno alla disciplina “sostanziale”, era in corso una «valutazione da parte del ministero» : oggi si chiariranno gli esiti anche di questa verifica. E ancora, si capirà se Nordio intende proporre al resto dell’Esecutivo il recepimento delle modifiche chieste, dalle due commissioni Giustizia, rispetto alle norme che vietano di pubblicare in forma testuale le ordinanze di custodia cautelare. Si tratta del decreto legislativo che attua la cosiddetta legge Costa.

Ma forse il capitolo più interessante si scriverà nel pomeriggio. Con i presidenti delle commissioni Affari costituzionali, il senatore Alberto Balboni ( FdI) e il deputato Nazario Pagano ( FI). Anche qui, il vertice coinvolgerà i capigruppo di maggioranza nei due organismi. Con i deputati in prima fila: sono loro a dover raggiungere un accordo, a breve, per l’eventuale restyling del ddl costituzionale di Nordio sulla separazione delle carriere. Come anticipato su queste pagine, FI propone di commutare il sorteggio dei laici, nei due futuri Csm, in un’elezione. In più, sempre gli azzurri propongono di separare anche i concorsi, oltre che le carriere, come suggerito dal presidente del Cnf Francesco Greco.

Ma la delegazione berlusconiana della Prima commissione di Montecitorio, guidata da Paolo Emilio Russo, ha rinunciato a presentare emendamenti: il termine è scaduto mercoledì scorso. Oggi chiederà a FdI, Lega e Noi Moderati, oltre che al ministro, di trovare un’intesa per introdurre i ritocchi sotto forma di emendamenti del relatore (il deputato di FdI Francesco Michelotti).

La “integrazione” della riforma potrebbe prevedere anche la norma sull’avvocato in Costituzione. Mentre fuori imperversa il caos dossieraggi, a via Arenula la maggioranza cerca di chiudere il cerchio sulle riforme. Ed è probabile che le tensioni esterne finiscano per incoraggiare a fare davvero presto.