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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante l’evento “Piazza Italia” organizzato da Fratelli d’Italia a Roma
«È una semplice formalità – Giustizia contro giustizialismo Tra riforma della giustizia e ruolo delle carceri» è il titolo dell’incontro organizzato ieri a Piazza Vittorio a Roma da Fratelli d’Italia Roma. Tra i relatori Vittorio Rizzi, vice capo vicario Polizia di Stato, Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Ad esordire proprio il guardasigilli, annunciando che «tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati raggiunti al cento per cento. Per certi aspetti abbiamo anche superato le aspettative. Abbiamo ridotto l’arretrato dei processi, abbiamo potenziato i numeri delle unità operative e abbiamo realizzato attraverso l’Ufficio per il processo quella immissione di persone ausiliarie dei giudici che sono fondamentali per rendere più efficiente» la macchina della giustizia.
«In Italia – ha proseguito il responsabile di via Arenula - i magistrati previsti come pianta organica sono 10.500, operativi sono 9mila perché non siamo mai riusciti a colmare questi vuoti perché mancano i concorsi, perché i concorsi sono lenti. Ebbene noi in questo momento abbiamo in piedi quattro concorsi per 400 posti ciascuno e un quinto sta per essere lanciato, quindi siamo in grado di assicurare che entro il 2026 avremo riempito gli organici». Ha aggiunto il guardasigilli: «Con il ddl Nordio, che verrà approvato tra martedì e mercoledì, vi è anche a margine della norma una che prevede il giudice collegiale per le misure cautelari e quindi ci sarà un aumento di organico di 250 magistrati». E ha assicurato: «Entro la fine della legislatura i nostri obiettivi saranno raggiunti».
Sull’abuso di ufficio ha precisato: «Questo reato non ha nulla a che vedere con la corruzione, è un reato evanescente che punisce tutti gli amministratori quando fanno delle cose che non dovrebbero fare o non fanno cose che dovrebbero fare. So di aver dato una spiegazione sommaria, ma dal punto di vista tecnico è una sintesi corretta. Proprio perché questo reato è così vago e generico, in esso sono incappati migliaia di amministratori e a fronte di circa 5000 processi all’anno le condanne sono state pochissime, si possono contare sulle dita di una mano. La situazione era diventata intollerabile. Vi erano migliaia e migliaia di indagini nei confronti di sindaci e di pubblici amministratori che per anni sono rimasti sotto la tagliola giudiziaria, sono stati addirittura costretti alle dimissioni, e poi sono stati assolti o addirittura archiviati».
Ha poi proseguito: «L’informazione di garanzia dovrebbe essere un’informazione del pubblico ministero al cittadino a “garanzia” dello stesso cittadino, ma si è trasformata in una garanzia di informazione. Quando il sindaco riceve quella cartolina verde finisce sul giornale. Amici e nemici ti chiedono un passo indietro, ti fanno rinunciare alla candidatura. Poi la stragrande totalità di loro dopo casomai cinque anni di agonia viene assolta, ma ormai hanno la vita rovinata perché l’esperienza dell’informazione di garanzia è una circostanza che ti crea un chip nella testa che ogni giorno ti ricorda che sei indagato. Lo dimostra anche un magistrato indagato che ti dice che pure di notte ci pensa. Ci è stato detto dall’opposizione, che ha fatto una guerra spietata con argomentazioni maliziose, che l’Europa ci avrebbe sanzionato perché c’era un vincolo che non permetteva l’abrogazione. Ma non è vero, come prevede la risoluzione di Merida.
All’Europa interessa la lotta alla corruzione ma noi abbiamo, dal punto vista normativo un arsenale contro la corruzione e l’Europa ce l’ha riconosciuto. In Europa abbiamo ottenuto ancora di più con una risoluzione che dice che gli Stati “possono” introdurre il reato. L’abrogazione del reato di abuso di ufficio è un volano per l’economia e la Pa».
Inoltre, «i sindaci di tutti partiti anche di opposizione sono venuti in processione da noi per abrogare il reato di abuso d’ufficio. Poi capisco che si cambi idea per amore di partito. Hanno votato contro ma in realtà, vi assicuro, che stanno stappando bottiglie di champagne». Poi un passaggio sul reato di peculato per distrazione introdotto nel decreto carcere, così come spiegato anche a Skytg24: «Le due fattispecie sono completamente diverse: l’abuso di ufficio è stato finalmente abrogato, era un reato che proteggeva l’imparzialità nella pubblica amministrazione, in altre parole puniva gli amministratori che facevano delle cose che non avrebbero dovuto fare al loro vantaggio. Nel peculato per distrazione c’è una ipotesi completamente diversa: vi è un aspetto patrimoniale. In questo caso c’è il sindaco che utilizza i fondi che ha disposizione per una destinazione diversa da quella per cui erano stati concessi, una malversazione di denaro. Non ha nulla a che vedere con l’abuso di ufficio».