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L’ ufficio del Giudice di Pace di Bolzano vive una “situazione di stress”. L’allarme è stato lanciato nel corso dell’assemblea dell’Unione Triveneta dei Consigli dell’Ordine degli avvocati, svoltasi sabato scorso nel capoluogo altoatesino che ha anche ospitato il congresso giuridico distrettuale. I dati parlano chiaro: la scopertura della pianta organica dell’ufficio del Giudice di Pace è pari al 65%: sono in servizio soltanto 7 giudici onorari a fronte dei 20 previsti. «In pratica – spiega Karl Pfeifer, presidente del Coa di Bolzano –, manca un Giudice di Pace su due, con pesanti ripercussioni sul carico di lavoro dei magistrati onorari in servizio. Chiediamo che vengano aggregate nuove forze, rimpolpando le piante organiche, e che si cerchi, nel contempo, di selezionare le migliori competenze».
Le problematiche poste all’attenzione dall’avvocatura hanno una causa ben precisa. Dopo l’innalzamento, lo scorso anno, della “competenza per valore” del Giudice di Pace, passata a 10mila euro per le liti relative a beni mobili e a 25mila euro per le controversie in materia di risarcimento dei danni da circolazione di veicoli e natanti, la stessa competenza aumenterà ulteriormente dal prossimo ottobre 2025, passando rispettivamente a 30mila e a 50mila euro. «L’anno prossimo sarà un’incognita – evidenzia il presidente Pfeifer – perché l’aumento della competenza farà crescere di conseguenza il numero dei procedimenti. Sarà dunque molto complicato gestire il carico di lavoro, se le risorse umane non aumenteranno e, al momento, siamo molto lontani dalla soluzione. Del resto, non si tratta più di cause di modico valore, ma di controversie la cui entità investe in maniera importante il patrimonio del cittadino medio».
Preoccupazione viene espressa dal Coa bolzanino anche per quanto riguarda l’organico del personale amministrativo del Tribunale, che prevede 125 unità ma registra ben 63 scoperture, pari al 49,6% delle risorse umane. Su questo tema, però, si guarda al futuro con più ottimismo. «Registriamo con soddisfazione – dice il presidente dell’Unione Triveneta degli avvocati, Andrea Pasqualin – l’operato del ministro della Giustizia Carlo Nordio, con l’indizione di più concorsi per l’accesso nella magistratura: ce ne sono in piedi tre per quattrocento posti ciascuno, un quarto è in fase di avvio e un quinto presto arriverà. Il tutto dovrebbe portare all’immissione di 1.900 magistrati. Ci auguriamo davvero che lo sforzo profuso dal ministro sia coronato dal successo e che questi concorsi consentano effettivamente la copertura degli organici, tema che rimane tuttora molto critico. La riforma della giustizia, che, secondo il 35% degli avvocati italiani, rappresenta il primo obiettivo da raggiungere per far uscire il Paese dalla crisi e tornare a crescere deve, comunque, prevedere investimenti importanti per l’apparato amministrativo. Certamente gravi e diffuse sono anche le carenze negli organici dei Giudici di Pace, che in più sedi stanno sostanzialmente paralizzando l’attività degli uffici», conclude il presidente dell’Unione Triveneta.