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Lo sforzo cioè che alcuni Paesi devono compiere in questa fase drammatica per tenere insieme la lotta all’Isis e la tutela dei diritti. Ed è proprio la difficoltà della sfida che ha indotto l’organizzazione radicale a chiedere aiuto all’avvocatura. L’intesa firmata ieri sarà decisiva per attuare un progetto approvato dalla Commissione europea e nell’ambito del quale Nessuno tocchi Caino è l’organizzazione capofila: il titolo di quel progetto è appunto “Contenere la pena di morte in tempo di guerra al terrorismo in Egitto, Somalia e Tunisia”. Missione comunque impegnativa a Tunisi e ancor più al Cairo e a Mogadiscio. Mascherin e D’Elia firmano davanti al plenum del Consiglio nazionale forense, riunitosi ieri per raccogliere un nuovo importante mandato sulla strada della difesa dei diritti a livello internazionale.
Nessuno tocchi Caino è parte integrante del Partito radicale. Ha convinto Bruxelles a sostenere il progetto con una piattaforma calibrata: ottenere l’osservanza più rigorosa e ampia possibile di tutte le norme e degli standard del diritto internazionale in modo che nei tre Paesi in questione le esecuzioni capitali possano ridursi al minimo, anche in una fase di feroce offensiva del terrore. Farlo è possibile a condizione che i soggetti impegnati, in quei Paesi, nell’esercizio della giurisdizione conoscano nel dettaglio gli strumenti giuridici disponibili. È la la tesoriera di Nessuno tocchi Caino Elisabetta Zamparutti a spiegare: «Il contributo del Cnf è assolutamente prezioso e necessario: sia perché consentirà di attivare delle relazioni strutturate con gli organismi dell’avvocatura nei tre Paesi in questione, sia perché il progetto consisterà, in concreto, nell’organizzare in questi Paesi dei veri e propri training condotti anche dagli avvocati italiani e rivolti a tutti i soggetti in grado di contribuire a promuovere l’osservanza del diritto e a contenere così le esecuzioni capitali. I soggetti sono i parlamentari, i magistrati, gli agenti penitenziari e naturalmente gli stessi avvocati di quei Paesi».
Il Cnf, organismo di rappresentanza istituzionale dell’avvocatura italiana, ha ormai ormai assunto su di sé il fardello di un ruolo sociale inteso ben al di là dei confini nazionali. «Si tratta di una battaglia che ci vede pienamente e orgogliosamente coinvolti», ha detto Mascherin, «non a caso sono stati proprio gli avvocati ad assumere storicamente per primi l’impegno non solo a limitare ma per la assoluta abolizione della pena di morte. Questa intesa è straordinaria», ha proseguito il presidente del Cnf, «come di straordinario valore è la battaglia condotta in questo campo da Nessuno tocchi Caino e dai radicali. La strada segnata da Marco Pannella si realizza anche in progetti come questo, e a Pannella noi avvocati vogliamo bene. Il Cnf guarda all’obiettivo ultimo dell’abolizione, rispetto al quale questo progetto di contenere le esecuzioni nei tre Paesi non può che essere un passaggio».
Paradossalmente tocca a D’Elia richiamare sé e gli avvocati alla dimensione effettivamente praticabile che la battaglia ha in questo momento: il nostro progetto per «contenere» la pena di morte in Tunisia, Egitto e Somalia, osserva, «ha incontrato il pieno consenso e il conseguente sostegno della Commissione europea proprio perché immediatamente attuabile, rispetto all’aspirazione imprescindibile, ma dal contenuto innanzitutto ideale, ad abolire del tutto le esecuzioni. Questo impegno», dice il segretario di Nessuno tocchi Caino, «è coerente con gli obiettivi ultimi della moratoria e infine dell’abolizione, in quanto metodo per raggiungerli e obiettivo intermedio. È un metodo anche perché consente di far maturare, innanzitutto nei tre Paesi interessati, la consapevolezza che può poi creare il terreno favorevole all’effettiva scomparsa della pena capitale» .
Della delegazione radicale fa parte anche Laura Hart, che è nel Consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino e rappresenta il partito presso l’Onu. Anche lei, un istante dopo la firma del protocollo, si riunisce con il coordinatore della Commissione Diritti umani del Cnf, Francesco Caia, per mettere a punto i dettagli dell’impegno che l’avvocatura investirà nel progetto. Uno sforzo importante in un momento in cui basta niente per deragliare dalla strada dei diritti.