Non è che l’inizio, verrebbe da dire. Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, aveva promesso battaglia sulle intercettazioni e ha vinto il primo round: poco fa ha ottenuto il via libera degli alleati, nella Conferenza dei capigruppo, sull’approdo in Aula della legge Zanettin.

Si tratta della proposta che fissa in 45 giorni il limite ordinario massimo per le captazioni giudiziarie. Il dossier era fermo. Gasparri aveva prima lanciato un avviso ai partner sull’urgenza della materia, poi ieri mattina ha riunito, in videoconferenza, lo stato maggiore azzurro sulla giustizia, ha concordato la strategia con Francesco Paolo Sisto, che è viceministro ma anche responsabile di dipartimento nel partito. Fino allo sblocco della questione e alla calendarizzazione della proposta di legge. Ma appunto, ce n’est qu’un debut, un inizio dell’autunno che, sulla giustizia, si preannuncia ancora una volta caldo.
Se ne parlerà, nell’emiciclo di Palazzo Madama, mercoledì 9 ottobre. Sembrano superate dunque le perplessità espresse, in particolare, da Fratelli d’Italia, che a metà luglio, per voce del sottosegretario Andrea Delmastro, aveva definito “draconiana” la soglia prevista da Pierantonio Zanettin, che dei senatori azzurri è il capogruppo Giustizia. Sì, trascorsi i 45 giorni le Procure potranno ottenere, per le intercettazioni, ulteriori proroghe solo se avranno nel frattempo individuato elementi “specifici e concreti”. Un altro colpo dunque al metodo dello strascico. Ma a parte l’eccezione prevista per i reati più gravi, mafia e terrorismo, non ne potrà conseguire che una maggiore efficienza nell’uso di uno strumento costoso e invasivo.


A dare notizia della calendarizzazione è stata, oggi pomeriggio, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando. Si tratta di un primo successo che sembra anticipare nuovi impegnativi step della maggioranza in materia penale. Nonostante gli alleati di governo diano l’impressione di essere entrati in una fase politicamente complicata.
Passati i bollori estivi, e le impennate azzurre su carcere e Ius scholae, anche il sempre effervescente ambito giudiziario versava in un certo languore. Poi è arrivata una scossa, con l’avviso recapitato nei giorni scorsi a FdI da Gasparri sull’urgenza di calendarizzare la legge Zanettin. Ne è seguito il summit virtuale delle prime linee berlusconiane che si occupano di giustizia. E si è deciso di sollecitare i partner a una più celere definizione di alcuni dossier.

Alla riunione in videoconferenza, con Sisto e Gasparri (assente per un impedimento dell’ultimo minuto l’altro capogruppo, il presidente dei deputati di FI Paolo Barelli), hanno preso parte appunto i parlamentari azzurri competenti per materia. Inclusa la new entry, o meglio il ritrovato Enrico Costa, da poco tornato in Forza Italia dopo l’addio ad Azione. E proprio da un’intervista di Costa apparsa oggi sul Corriere della Sera si ha conferma degli altri temi affrontati nel vertice interno.
Oltre alle due proposte di Zanettin sulle intercettazioni (la seconda riguarda il sequestro degli smartphone, ed è alla Camera), anche i limiti all’uso dei trojan, la riforma della custodia cautelare e il ritorno alla prescrizione sostanziale. Dall’agenda dei dossier in stallo è esclusa solo la separazione delle carriere, che è ben avviata in Prima commissione a Montecitorio, anche in virtù del forte investimento compiuto, sul ddl costituzionale di Nordio, da Giorgia Meloni.
Il resto sembrava, almeno fino a oggi, un po’ in stand-by, Al Corriere, Costa ha parlato delle proprie proposte sui virus-spia e sulla custodia cautelare. Progetti simili sono stati già predisposti anche dal resto della delegazione azzurra nelle due commissioni Giustizia. E poi c’è la prescrizione, che fa un po’ storia a sé: Costa, in un post pubblicato stamattina sui social, ha ricordato, con lo stesso piglio esibito nei due anni trascorsi all’opposizione, che le nuove norme sull’estinzione dei reati sono inspiegabilmente ferme dall’epoca del sì alla Camera, cioè da 8 mesi.

È la spia non certo di un’anacronistica belligeranza di Costa, ma di una certa insofferenza avvertita in generale dentro FI sui capitoli “secondari” della giustizia (secondari rispetto alle carriere separate). Ed è anche il preavviso di quello che finirà per essere un altro autunno caldo, in materia di giustizia, un autunno destinato a prolungarsi anche nei mesi successivi.